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Se il prodotto acquistato è difettoso

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Redazione
La corte di giustizia Ue viene in aiuto dei consumatori europei nei loro rapporti con le imprese che vendono beni di consumo.

Secondo i giudici del Lussemburgo, cioè, in coerenza con quanto stabilito dalla direttiva 1999/44/CE, il venditore che abbia alienato un bene di consumo difettoso (per esempio una lavatrice) ha l'obbligo di rimuoverlo dal luogo in cui il consumatore, in buona fede, lo ha installato, di sostituirlo con uno nuovo e di reinstallarlo. O, in alternativa, di sobbarcarsi le spese necessarie.

Solo nel caso in cui il rimborso delle spese sia sproporzionato rispetto al valore del bene, il risarcimento potrà essere limitato a un importo conforme al costo del bene e all'entità del difetto.

Il venditore, in definitiva, deve rispondere di qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene. E il consumatore ha diritto al ripristino - senza spese e senza eccessivi inconvenienti - della conformità del bene mediante riparazione o sostituzione. E qualora non sia possibile il ripristino, il compratore può esigere una riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto.

Peraltro, anche nel caso in cui la conformità non sia ascrivibile al venditore, resta il fatto che questi non ha correttamente eseguito l'obbligo assunto, a differenza del consumatore che, invece, ha versato il prezzo di vendita e ha installato in buona fede il prodotto acquistato...
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