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Ortofrutta italiana a un punto di non ritorno: servono nuovi mercati

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Ortofrutta italiana a un punto di non ritorno: servono nuovi mercati

Ortofrutta italiana a un punto di non ritorno: servono nuovi mercati

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Redazione

CSO Italy lancia l’allarme Made in Italy ortofrutticolo: l’Italia rimane leader a livello europeo nella produzione di ortofrutta, che recentemente si è attestata su circa 31 milioni di tonnellate complessive ma nell’ultima campagna si è assistito ad un crollo dell’export.

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Produciamo molto e meglio con grande attenzione alla qualità e alla salubrità dei prodotti, come attestano i dati Efsa, e, in termini di valore, l’ortofrutta italiana degli ultimi dieci anni è cresciuta da circa 12 a 13,5 miliardi di euro.

Questi sono segnali positivi ma c’è un campanello d’allarme che secondo CSO Italy non può essere trascurato: il crollo dell’export nell'ultima campagna, che ha registrato i risultati peggiori degli ultimi dieci anni.

«Le ragioni possono essere contingenti ma certamente - dichiara Elisa Macchi, direttore di CSO - il problema grave è la mancanza di sbocchi su nuovi mercati. Dobbiamo affrontare con pragmatismo e rigore il problema dei dossier fitosanitari che non si sbloccano per pere e mele in Cina o per il Giappone o il Vietnam».

Il convegno dell’8 maggio al Macfrut di Rimini – ore 14.30, Sala Ravezzi, 2 – a cui prenderanno parte CSO Italy, Fruitimprese, Alleanza Cooperative, Italia Ortofrutta e Mipaft, sarà una occasione unica per lanciare una strategia condivisa per sbloccare la situazione alla presenza del sottosegretario Mipaft Alessandra Pesce.


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