Nuova carta d’identità per le uova

Nuova carta d’identità per le uova
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Con l’approvazione del decreto del ministero delle politiche agricole, l’Italia si allinea agli standard comunitari e adotta nuove regole in materia di commercializzazione e imballaggio. br />
Innanzitutto le uova devono essere marchiate con il codice del produttore, eccetto quelle che provengono da allevatori che possiedono fino a cinquanta galline. Il nome e l’indirizzo devono essere comunque essere indicati nel punto vendita e la commercializzazione deve avvenire in un raggio di dieci chilometri dall’azienda.
Per poter operare, il produttore è tenuto a rispettare i requisiti previsti dalla disciplina comunitaria, che variano a seconda che si tratti di uova da allevamento biologico, a terra o in gabbia.
Regole più severe anche per i centri d’imballaggio, che devono disporre di svariate attrezzature: per classificare le uova in base alla categoria di peso, per la stampigliatura conforme alle prescrizioni comunitarie e per misurare l’altezza della camera d’aria, un parametro necessario per poterle etichettare come “extra” o “extra fresche”.
È necessario fissare la data di scadenza al massimo il ventottesimo giorno dopo la deposizione e sull’imballaggio deve comparire un codice recante la tipologia di allevamento: 0 significa biologico, 1 all’aperto, 2 a terra e 3 in gabbia. Ma anche lo Stato di produzione, il codice Istat del comune, la sigla della provincia e il codice dell’allevamento.
Innanzitutto le uova devono essere marchiate con il codice del produttore, eccetto quelle che provengono da allevatori che possiedono fino a cinquanta galline. Il nome e l’indirizzo devono essere comunque essere indicati nel punto vendita e la commercializzazione deve avvenire in un raggio di dieci chilometri dall’azienda.
Per poter operare, il produttore è tenuto a rispettare i requisiti previsti dalla disciplina comunitaria, che variano a seconda che si tratti di uova da allevamento biologico, a terra o in gabbia.
Regole più severe anche per i centri d’imballaggio, che devono disporre di svariate attrezzature: per classificare le uova in base alla categoria di peso, per la stampigliatura conforme alle prescrizioni comunitarie e per misurare l’altezza della camera d’aria, un parametro necessario per poterle etichettare come “extra” o “extra fresche”.
È necessario fissare la data di scadenza al massimo il ventottesimo giorno dopo la deposizione e sull’imballaggio deve comparire un codice recante la tipologia di allevamento: 0 significa biologico, 1 all’aperto, 2 a terra e 3 in gabbia. Ma anche lo Stato di produzione, il codice Istat del comune, la sigla della provincia e il codice dell’allevamento.
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