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Surgelati: crescono consumi e frequenza di acquisto

Surgelati: crescono consumi e frequenza di acquisto
Surgelati: crescono consumi e frequenza di acquisto

Surgelati: crescono consumi e frequenza di acquisto

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Claudia Scorza

di Claudia Scorza

Secondo quanto fotografato da Iias - Istituto Italiano Alimenti Surgelati, in collaborazione con la società di ricerca Bva-Doxa, tra lockdown, maggiore tempo trascorso in casa e una crescente propensione a fare scorte alimentari, nel biennio scorso si è registrato un boom di consumi di prodotti surgelati in tutti i segmenti merceologici, tanto che nel 2020, per la prima volta, sono stati superati in Italia i 15 kg di consumo pro-capite annuo.



Oggi, la quasi totalità dei nostri connazionali (98%) consuma surgelati e ciò vale per tutte le classi d’età, aree geografiche e tipologie di famiglia. Dal 2020 ad oggi, oltre la metà degli italiani (54%) ha aumentato il consumo di surgelati (18% notevolmente e 36% moderatamente) e questa evidenza è emersa in modo più marcato nel Sud che nel Nord Italia e fra i giovani e nelle famiglie con figli piccoli. E proprio queste ultime, insieme agli under 35, risultano essere gli user più frequenti di prodotti sottozero: li consumano in media più di 2 volte a settimana (circa 2,44).

Numeri così importanti da aver spinto sempre più famiglie a cambiare il proprio freezer o frigorifero, a favore di un elettrodomestico più capiente: secondo i dati dell’Osservatorio Findomestic, si registra una crescita delle vendite del +32,3% di nuovi freezer nel 2020 e del +40% di frigoriferi di grandi dimensioni.

L’incremento dei consumi di surgelati si riflette anche in un aumento della varietà: 3/4 degli intervistati (74%) dichiarano di aver messo nel proprio freezer prodotti sottozero mai provati prima, assaggiando un po’ tutte le tipologie. Verdure, pesce e pizze surgelate si confermano i prodotti “must have”, ma con alcune differenze: i vegetali sottozero risultano i più amati dai single e dalle coppie senza figli (44%), mentre i prodotti ittici in versione frozen hanno conquistato sempre più spazio sulle tavole delle famiglie con bambini (40%) e nel Centro Italia.

Pizze, snack e patate fritte ottengono il 26% delle preferenze di tutti (29% al Nord-est e 30% nei nuclei familiari con figli piccoli). Non mancano anche i piatti pronti (13%), che risultano più presenti nei freezer dei single senza figli (16%) e nel Centro Italia (15%). Nel freezer delle famiglie con figli grandi, invece, c’è posto per tutti i prodotti surgelati in ugual misura: il 30% compra dagli ittici ai vegetali, dalle pizze agli snack. Quattro italiani su dieci (43%), soprattutto nel Nord-Est dichiarano di congelare autonomamente anche alimenti per fare scorte.

Per tutte le categorie merceologiche sottozero, il principale driver d’acquisto per i consumatori si conferma la praticità (70%). Ad apprezzare questa caratteristica sono in particolare le donne, che vivono nell’area del Nord-Est e che si collocano nella fascia d’età tra i 35 e i 54 anni. A seguire la possibilità di variare il menù (37%), come dichiarano in particolare le famiglie con figli piccoli, e di ridurre gli sprechi (25%), a cui mostrano grande attenzione le coppie senza figli. Rilevante anche il contenuto nutrizionale: il 22% considera i surgelati analoghi ai prodotti freschi sotto questo profilo e la convenienza (22%), soprattutto al Sud e nelle famiglie con figli. Infine, per il 17% del campione, i frozen food sono anche un aiuto a risparmiare: lo confermano in particolar modo gli under 35 e i single senza figli.

A inizio pandemia (nel 2020), l'Italia è stata tra i paesi europei dove l'e-commerce nel grocery è cresciuto di più: circa il 60%. La spesa online di prodotti alimentari venduti dai supermercati è raddoppiata, superando la quota del food delivery (cresciuta del +46%) e raggiungendo il valore di 921 milioni di euro (dati dell’Osservatorio e-commerce b2c del Politecnico di Milano). Per quanto riguarda specificamente i prodotti surgelati, le vendite online nel 2020 hanno toccato cifre record: +145% a volume e +152,4% a valore. E il trend positivo è proseguito anche nel 2021, in cui si è registrato un aumento del +20,6 delle vendite a volume e del +17,4% a valore (dati Iri, 2021- 2022).

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