Etichette alimentari e abitudini d’acquisto: italiani sempre più attenti alla salute
Etichette alimentari e abitudini d’acquisto: italiani sempre più attenti alla salute
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di Claudia Scorza
Gli italiani sono sempre più attenti alla propria salute: il 64% fa sport abitualmente o saltuariamente e il 92% prova a seguire una dieta abbastanza sana ed equilibrata.
Questo approccio viene confermato anche dalle abitudini d'acquisto durante la spesa: la maggior parte dei connazionali (62%) guarda prima di tutto l’etichetta e i relativi ingredienti dei prodotti. Inoltre, per il 90% dei consumatori leggere l’etichetta prima dell’acquisto è diventata una vera e propria abitudine.
I dati forniti da un ricerca di Banco Fresco – catena food retail specializzata nei freschi e freschissimi presente in Lombardia e Piemonte – sono un segno tangibile di un cambiamento culturale e di uno stile di vita più sano che sta interessando tutte le fasce d’età, dove il “contenuto” supera il valore del marchio e le attività di promozione e di scontistica.
Secondo lo studio, il primo motivo che spinge gli italiani a guardare le etichette è il controllo della scadenza degli alimenti (75%), seguito dall’interesse per la provenienza geografica (61%) e dalla verifica dell’assenza di sostanze dannose per la salute (47%). Tanta anche l’attenzione al made in Italy e all’indicazione geografica dei cibi (Dop, Doc, Docg, Igp), che per l’81% costituisce un elemento determinante al momento dell’acquisto.
Le etichette che convincono maggiormente sono quelle che contengono le diciture “senza antibiotici” (59%), e “senza conservanti” (53%), seguite da “senza zuccheri” (29%) e “senza polifosfati” (29%). Cresce anche la consapevolezza delle persone sui rischi per la salute derivanti dalla presenza di determinati elementi nei cibi. In assoluto, il 52% dei consumatori individua negli additivi le sostanze ritenute maggiormente dannose, più del sale (12%), dello zucchero (12%) e dei grassi in generale (dall’11%).
Dall’indagine emerge che, mediamente, i consumatori sono piuttosto preparati sul sistema di etichettatura, negli ultimi anni divenuto sempre più terreno di dibattito interno ed europeo. Il sistema in vigore è ritenuto abbastanza chiaro dal 78% delle persone, in grado di riconoscere le differenze tra diciture simili – come “ad alto contenuto di fibre” e “fonte di fibre” – e di comprendere aspetti direttamente collegati all’esame del contenuto delle confezioni.
Inoltre, solo un quarto del campione non era a conoscenza della regola secondo cui gli ingredienti sono elencati dal più al meno presente e più della metà sa esattamente quali sono gli elementi obbligatori per legge che devono figurare su tutte le etichette alimentari (ingredienti, scadenza, presenza di allergeni, quantità netta, valori nutrizionali, provenienza geografica). Nonostante ciò, ci sono ancora lacune da colmare, come la conoscenza del significato corretto della dicitura “Consumare entro…”, che solo un terzo del campione ha dimostrato avere ben chiaro.
Infine, il consumatore italiano è anche attento a evitare gli sprechi. Secondo la ricerca, una volta giunta la data di scadenza di un prodotto, nel 60% dei casi le persone controllano che le proprietà organolettiche dell’alimento non siano variate e quindi, se possibile, preferiscono comunque consumarlo.
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