di Claudia Scorza

Dopo una breve inversione di tendenza registrata durante il periodo di maggior emergenza sanitaria, torna negativo l’andamento dei consumi di frutta e verdura. Da gennaio a dicembre 2021, infatti, i quantitativi acquistati sono stati 5,9 milioni di tonnellate, con un differenziale superiore al -3% rispetto all’anno precedente. Una contrazione che si riflette sulla spesa, passata da 12 a 11,8 miliardi di euro, con una variazione del -2%, conseguenza anche di un lieve incremento del prezzo medio, pari a +1%.

È questo, in sintesi, quanto emerso dall’analisi dei dati, rilevati da Gfk ed elaborati dall’Osservatorio di Mercato di Cso Italy, rispetto ai consumi di ortofrutta fresca delle famiglie italiane nel 2021.

I volumi di frutta acquistati si sono fermati a poco più di 3 milioni di tonnellate (-4% anno su anno), che in termini assoluti si traduce in un ammanco di quasi 112 mila tonnellate. Contrazione del -3%, invece, per gli ortaggi, con un totale di circa 2,8 milioni di tonnellate e una variazione rispetto al 2020 di circa 80 mila tonnellate.

Se il prezzo medio della frutta si è mantenuto in linea con quello del 2020, ovvero ben al di sopra della media del triennio precedente, nel caso degli ortaggi si evidenzia una crescita del +3%.

Nella classifica dei frutti più acquistati calano i volumi consumati per ben 8 specie e si salvano solamente angurie e meloni. Stesso trend per gli ortaggi: nel confronto con il 2020, nella lista dei più consumati solo carote e zucchine non seguono una curva discendente.

Secondo l’Osservatorio, l'acquisto medio di ciascuna famiglia italiana è stato di circa 229 kg, ovvero di quasi 7 kg in meno rispetto ai 12 mesi precedenti. Anche in termini pro-capite l’annualità chiude confermando il calo dei consumi, passati da 102 a 100 kg. In particolare, si parla di 51 kg di frutta, mentre per gli ortaggi di 48 kg. In contrazione anche la spesa media per famiglia (-2%), dai 466 del 2020 ai 458 euro del 2021. In termini pro-capite tale voce è pari a 199 euro (-1%), di cui 102 euro riconducibili all’acquisto di frutta e 97 euro di ortaggi.

L’andamento dei consumi domestici si riflette in modo generalizzato sui volumi gestiti all’interno dei canali di distribuzione. Mosca bianca i supermercati che mettono a segno una crescita del +5% e trascinano la Gdo aumentandone la rilevanza sul totale degli acquisti totali nazionali, con una percentuale passata dal 69% al 72%, accentrando così oltre 4,2 milioni di tonnellate (+1%). Segno meno, invece, per tutte le altre fonti di approvvigionamento: ipermercati (-2%), discount (-1%) e piccole superfici. Queste ultime, che avevano beneficiato di aumenti elevatissimi durante i mesi di lockdown perché preferite alle superfici più grandi, nel 2021 perdono il 33%. Flessioni pesanti anche per i canali tradizionali (-15%), i mercati ambulanti (-14%) e i fruttivendoli (-15%).

Dall’analisi della distribuzione geografica dei consumi emerge che sul territorio nazionale circa il 33% dei responsabili acquisto ha 65 anni o più. È proprio all’interno di questo gruppo che si concentra il 42% dei consumi di ortofrutta fresca; seguono con il 20% delle quote le famiglie con un responsabile acquisti di età compresa fra i 55 e i 64 anni e quelli della fascia tra i 45 e i 54 anni. Il 13% dei volumi di frutta e verdura fresca, infine, sono stati acquistati da chi ha fra i 35 e i 44 anni, mentre il restante 5% dagli under 34.