Parmigiano Reggiano: giro d’affari al consumo e produzione ai massimi storici
Parmigiano Reggiano: giro d’affari al consumo e produzione ai massimi storici
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di Claudia Scorza
Il Parmigiano Reggiano chiude il 2021 ai massimi storici con un giro d’affari al consumo che tocca i 2,7 miliardi di euro contro i 2,35 miliardi del 2020 e con il valore generato alla produzione che arriva a 1,71 miliardi di euro contro 1,52 miliardi del 2020.
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Anno record anche per la produzione, che cresce complessivamente del +3,9% rispetto all’anno precedente con 4,09 milioni di forme (circa 163mila tonnellate) raggiungendo così il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Negli ultimi quattro anni, la produzione è aumentata da 3,7 milioni di forme a 4,09 milioni di forme, segnando un incremento pari al +10,6%.
Nei mercati, il Parmigiano Reggiano ha registrato nel 2021 una quotazione positiva e stabile: la media annua è stata di 10,34 euro al chilo (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), con oscillazioni di prezzo contenute tra 10,25 €/kg e 10,40 €/kg. Secondo i dati della Borsa Merci Comprensoriale di Parma, nel 2020 la media era stata di 8,57 €/kg e nel 2019, prima dell’inizio della pandemia, di 10,76 €/kg.
Per quanto concerne, invece, la distribuzione dei consumi il mercato del Parmigiano Reggiano sta diventando sempre più internazionale. L’Italia, che rappresenta il 55% del mercato, ha registrato un incremento dei consumi pari al +4,5% rispetto ai livelli pre-pandemia: 89.101 tonnellate nel 2021 contro le 85.258 del 2019. Il dato risulta essere in leggera flessione (-1,3%) se comparato a quello del 2020, anno straordinario in cui, a causa del primo lockdown, si registrò un boom dei consumi domestici del prodotto.
La Gdo rimane il primo canale distributivo (51%), seguita dalle vendite dirette dei caseifici, in forte aumento, e dall’industria (14%), che beneficia della crescente popolarità delle referenze caratterizzate dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca, che rimane fanalino di coda ma con enorme potenziale di sviluppo, recupera volumi e si attesta al 7% del totale rispetto al 2% registrato nel 2020. Il restante 8% è distribuito negli altri canali di vendita.
Per quanto riguarda le esportazioni, la quota export è pari al 45%, registrando +2,9% di crescita a volume rispetto all’anno precedente. Gli Stati Uniti sono il primo mercato (21% dell’export totale), seguiti da Francia (19%), Germania (17%), Regno Unito (11%) e Canada (5%). Nei mercati più importanti, le performance migliori, rispetto al 2020, sono state registrate negli Usa (+10,4%), in Francia (+4,5%) e in Canada (+5,5%). A livello europeo, crescono soprattutto Svizzera (+14,7%) e Svezia (+13,2%), mentre perdono terreno Regno Unito (-15,6%), a causa della Brexit, e Germania (-1,9% dopo una crescita importante rispetto al 2019).
«La nostra filiera non solo ha retto all’onda d’urto del Covid – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – ma è anche riuscita a espandere i consumi e a trovare la stabilità dei prezzi alla produzione. Ora che stiamo uscendo da questa fase dovremo fare fronte ai riflessi di un mercato che è stato tonico ma che potrebbe manifestare, a seguito di un aumento produttivo trainato dai prezzi e dalla domanda, dei problemi di eccesso di offerta. Il piano marketing e i nuovi piani produttivi, deliberati in Assemblea a dicembre 2021, sono i due strumenti principali con i quali ci apprestiamo ad affrontare queste sfide di breve e medio termine per posizionare, ancora una volta, il Parmigiano Reggiano su una traiettoria di crescita forte e di lungo periodo».
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