Un perfetto meccanismo cooperativistico
Cooperlat non è nota al pubblico per il suo nome, ma per i marchi che possiede o delle aziende che controlla o di cui è partecipata. E’ infatti composta da quindici cooperative agricole che associano diverse centinaia di allevatori in otto regioni italiane. Le due linee principali di prodotti sono contraddistinte una dal marchio Gruppo Fattorie Italia, associato alla tradizione locale, e l’altra da Hoplà, leader nel settore delle creme vegetali. Ma i marchi che Cooperlat può vantare sono ben più numerosi e fanno parte della sua lunga storia.

Una crescita poderosa
Nata nel 1982 per volontà di Confcooperative Marche, Cooperlat ha acquisito ben presto Clamy-Tre Valli, fondata nel 1958, leader nel mercato del latte e dei prodotti derivati speciali, assorbendone di fatto esperienza e competenza. Nella seconda metà degli anni ’80 ha integrato altre note imprese operanti in Lombardia (San Giorgio, Colavev Valtellina), Emilia Romagna (Latte Reggiano), Marche (Valmetauro e Sibilla) e Abruzzo (Latte Cigno). Contemporaneamente la compagine sociale ha registrato un allargamento, passando da nove a quindici cooperative ed estendendo la propria presenza sul territorio (Trentino, Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Abruzzo).

L’export e l’alta tecnologia
Gli anni ’90 sono invece contraddistinti dalla riorganizzazione e razionalizzazione delle attività produttive, nonché dall’avvio di un processo di internazionalizzazione che porta Cooperlat dapprima a essere presente in Grecia e nell’area balcanica, poi in altri mercati fino a un’attività export attuale che la vede operare in oltre quaranta paesi. E’ questo anche il periodo in cui Cooperlat ha spostato l’attenzione verso prodotti derivati ad alto contenuto tecnologico, con l’introduzione di referenze a base vegetale, comparto in cui ora domina incontrastata.