Tetra Pak, presto in Italia il nuovo pack barriera a base carta
Tetra Pak, presto in Italia il nuovo pack barriera a base carta
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Già in distribuzione in Portogallo, il nuovo pack barriera a base carta di Tetra Pak riduce di un terzo l’impronta carbonica dei cartoni per bevande. Investimenti anche sulla ricerca di nuovi sistemi di chiusura pre applicati e con fibre di cellulosa.
Tra non molto, infatti, potremmo vedere anche sugli scaffali della distribuzione italiana un nuovo materiale della Tetra Pak basato sempre sul concetto del multistrato, ma più sostenibile e con un’elevata componente rinnovabile. La multinazionale del packaging sta infatti proponendo e testando anche con alcune aziende italiane il nuovo poliaccoppiato a base di cellulosa e senza la barriera in alluminio che da circa un anno viene fornito all’azienda portoghese Lactogal per le confezioni asettiche del latte. La soluzione Tetra Brik Aseptic 200 Slim Leaf per il confezionamento delle bevande è composta per l’80% da carta e per la restante parte da polietilene. Rispetto al Tetra Pak abbatte di un terzo l’impronta carbonica del packaging. «È un primo passo – afferma Elisa Schianchi, director tube filled solution programme di Tetra Pak – verso l’obiettivo di progettare un cartone per bevande realizzato esclusivamente in materiali riciclati o rinnovabili. Il prossimo step è di massimizzare la componente carta fino al 90%».
L’azienda ha chiuso il 2023 con un fatturato globale di 13 miliardi di euro e 180 miliardi di confezioni e investe in ricerca e sviluppo 500 milioni di euro all’anno. «Tra i sei centri di R&D nel mondo, quello di Modena è il secondo per grandezza dopo la Svezia – ha spiegato Roberto Mastri, managing director Tetra Pak Packaging Solutions durante una visita al sito modenese – Tre sono gli ambiti in cui ci muoviamo: le macchine per il trattamento alimentare, quelle per il confezionamento e i servizi per supportare ogni fase del processo produttivo e della commercializzazione, avviando anche progetti di co-creazione con i clienti». Nel centro è, infatti, presente anche un’area per la validazione su piccola scala del processo e della soluzione adottata dalle aziende clienti.
Macchine per il confezionamento
Tetra Pak produce circa 200 macchine all’anno per il confezionamento dei propri materiali, oltre 9mila quelle installate a livello globale. Nell’Innovation Center di Modena è stata messa a punto la riempitrice per cartone asettico più veloce al mondo in grado di confezionare fino a 40mila portion pack all’ora. La sterilizzazione delle pareti del Tetra Pak viene effettuata con la procedura eBeam cioè attraverso l’irradiazione con un fascio di elettroni al posto dei perossido. Questo metodo, oltre all’eliminazione dell’impiego dei prodotti chimici, riduce del 30% il consumo energetico e del 45% quello idrico.
Sistemi di chiusura
Altro ambito di ricerca a cui il sito modenese dedica un’intera officina sono i sistemi di chiusura. L’adeguamento alla normativa europea ha fatto da propulsore e con il coinvolgimento di circa 300 clienti sono stati sviluppati 9 nuovi tappi pre applicati e post applicati.
«Per le aziende – afferma Claudio Casarini, vice president programme management di Tetra Pak – l’adeguamento alla normativa ha comportato costi non indifferenti che abbiamo cercato di limitare riducendo al minimo il materiale impiegato (5mila tonnellate di polimeri plastici in meno all’anno) e abbiamo introdotto l’intelligenza artificiale per la verifica della difettosità con un risparmio in manodopera, una riduzione dei tempi e degli scarti inutili. I prossimi investimenti si concentreranno nella ricerca delle soluzioni di chiusura pre applicate, cioè iniettate nel materiale, che risultano le più sostenibili dal punto di vista ambientale, a parità di diametro di versata. Rispetto ai materiali stiamo cercando varianti con fibre di cellulosa per ridurre l’impiego della plastica».
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