Il surgelato tricolore compie 60 anni. In Italia è arrivato il 6 marzo del 1963, con la nascita dell’Istituto italiano alimenti surgelati: lo scopo dichiarato era di valorizzare i prodotti sotto zero.

Gli italiani però lo percepirono inizialmente con qualche diffidenza. “Fino ad allora - ha detto il presidente di Iias Giorgio Donegani in occasione dell’evento dedicato al 60esimo di Iias - i cibi erano conservati sottolio o sottosale e nessuno pensava alla rivoluzione alimentare che ha modificato per sempre il nostro modo di mangiare e conservare il cibo, permettendoci di gustare verdura e frutta fuori stagione, specie ittiche provenienti da mari con una preparazione di pochi minuti”.

Ma come spiegare oggi l’asterisco sui cibi surgelati nei menu dei ristoranti? “E’ una pronuncia della Corte di Cassazione degli anni 70 - ha detto Donegani - e il ristoratore che non lo segnala incorre nel reato di frode in commercio. Ma questo non ha nulla a che fare con la sicurezza igienico-sanitaria del prodotto. Speriamo col tempo e con la cultura di superare anche questo ostacolo”.

Anno a due marce

I cibi surgelati sono divenuti, negli anni, parte delle nostre abitudini alimentari: nel 2021 se ne sono prodotti 940 mila tonnellate, pari a un consumo di 16 kg pro-capite all’anno, contro i 3 kg del 1980. Il valore di mercato nel 2021 era stimato in 4,8 miliardi di euro.

Il 2022 è stato colpito dalla violenta impennata dei prezzi dell’energia (e l’industria del surgelato è super energivora) e dalla corsa dell’inflazione (il 12% nel carrello della spesa a dicembre 2022) che sta influenzando la spesa delle famiglie. Cos’è successo nei prodotti sotto zero? Iias si limita a fornire soltanto dei trend generali. “Nella distribuzione moderna il primo semestre ha registrato vendite mediamente positive – ha risposto Andrea Passamonti, responsabile comunicazione Iias e marketing manager di Findus – mentre il secondo è stato lievemente negativo. Il canale Horeca ha invece segnato una brusca accelerazione dopo il periodo pandemico”.

2023 stabile


Il 2023 invece è partito con un trend negativo a causa della controcifra del pari periodo 2022 “ma per l’intero anno ci aspettiamo una sostanziale stabilità delle vendite” ha sottolineato Passamonti.

Il 65% delle vendite di surgelati a volume (pari a 3,1 miliardi di euro) è realizzato nella distribuzione moderna, il 25% (1,1 miliardi) fra Horeca e food service e il 10% (470 milioni) nell’e-commerce e nel door to door. Nella gerarchia dei prodotti che finiscono nel carrello della spesa della distribuzione moderna, i vegetali sotto zero rappresentano il 42% delle vendite, i prodotti ittici il 19%, le pizze il 15% e le patatine fritte il 14%. I piatti ricettati valgono appena il 6% dei volumi ma esprimono il tasso di crescita maggiore.