di Luca Salomone

Svicom entra nell’elenco delle società benefit italiane. La nuova costituzione, in realtà, è stata annunciata il 14 luglio, ma la notizia è stata divulgata solo nei giorni scorsi.

Una rotta chiara

L'azienda, che ha un portfolio di 130 asset - per una Gla superiore a 1,7 milioni di mq – fra centri e parchi commerciali, food hall, immobili logistici e direzionali - ha contestualmente aumentato il proprio capitale sociale fino a 500.000 euro e si è data una nuova sede, legale e operativa, a Milano centro, in Via Dante 15 (Milano).

Spiega il presidente, Fabio Porreca: «Prosegue, in questo modo, l’evoluzione del nostro gruppo, ormai riconosciuto nel mercato come attore primario nell’ambito dei servizi immobiliari, leader nel retail real estate e pioniere della transizione digitale dei centri commerciali. La scelta di diventare benefit disegna una rotta chiara per l’azienda, che vuole crescere in modo sostenibile e inclusivo, generando un benessere diffuso. Era da tempo che Svicom aveva intrapreso una serie di iniziative, che ci hanno successivamente traghettato verso un percorso più completo, di cui il nuovo assetto societario è la felice conclusione».

Quasi duemila in due anni

In Italia, secondo Infocamere, le società benefit, introdotte nell'ordinamento dal primo gennaio 2016, sono addirittura quadruplicate in pochi anni per raggiungere, a marzo 2022, un totale di 1.922, mentre, alla stessa altezza cronologica del 2020, quando scoppiava la pandemia, erano poco più di 500.

A scegliere il percorso benefit sono sia aziende già esistenti (dalle quotate alle Pmi) "sensibili" verso i temi dell'impegno collettivo, sia, soprattutto, le start up.

Scorrendo l’elenco di Benefit.net, il sito di informazione sulle società benefit curato da B Lab e Assobenefit, si trovano vari nomi del settore beni di consumo. Citando un po’ alla rinfusa: Andriani, Compagnia dei Caraibi, Eurocompany, Danone Italia, Fratelli Carli, Illycaffè, Number1 logistic…