Immobili retail, la Gdo sventa il crollo del mercato
Immobili retail, la Gdo sventa il crollo del mercato
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Il mercato immobiliare commerciale europeo è stato fortemente colpito dalla pandemia, ma non era in salute nemmeno prima.
strong> Nel 2019 gli investimenti nel settore erano calati del 27,5 per cento, rispetto al 2018, con un minimo storico di 42,1 miliardi di euro. Le chiusure di negozi e Gdo, uniti alle poche aperture, hanno determinato, nel 2020, un’ulteriore flessione, del 31,1%, per scendere a un ammontare di 29 miliardi di euro. E, per il 2021, si stima un rialzo del 20,7%, a 35 miliardi di euro, comunque il valore più basso del secolo.
Questi sono i principali dati del ‘Rapporto 2021 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia’ di Scenari Immobiliari.
Anche se, fra gennaio e marzo dello scorso anno, il comparto era stato molto dinamico, con la conclusione di numerose transazioni importanti, nei periodi successivi l’attività si è fortemente ridimensionata, con poche nuove trattative, soprattutto in relazione agli shopping center.
Nei trimestri seguenti, il mercato è stato caratterizzato dall’acquisizione di asset destinati a supermercati e operatori della grande distribuzione, evitando così il crollo totale, paventato all’inizio dell’emergenza.
Inoltre, la pressione esercitata durante il lockdown sull’attivazione, o sulla maggiore efficienza del canale online, anche per le vendite alimentari, ha portato numerose aziende a reperire le risorse necessarie per effettuare gli investimenti richiesti, spesso onerosi, attraverso lo smobilizzo di altri asset.
Il 2020 si è chiuso, in sostanza, con un risultato migliore delle attese, confermando l’attrattiva del settore che, nonostante le difficoltà, è in grado di continuare a offrire interessanti opportunità di investimento, che andranno di pari passo con le trasformazioni del retail.
Per quanto riguarda le quotazioni dei negozi il 2020 archivia una caduta del 5,7%, sempre a livello europeo. Nessun Paese è risultato indenne, e, per il 2021, le previsioni indicano ancora cali nelle quotazioni medie di vendita. Una piccola ripresa è attesa solo nel 2022, a cominciare dalle vie più commerciali.
Nella sola Italia il mercato degli immobili a uso retail ha fatto segnare, lo scorso anno, un fatturato di 6,8 miliardi di euro, derivanti da vendita, o locazione, con un calo di oltre 26 punti. La perdita maggiore (-40%) si è avuta nel segmento dei negozi, mentre la Gdo ha retto meglio, con un calo, tuttavia, molto ampio, del 20 per cento.
Una quota rilevante delle transazioni portate a termine è stata conclusa nel primo semestre, grazie ad attività avviate nel 2019. Gli investimenti, nei sei mesi successivi – da noi, come nel Continente - hanno subito una drastica frenata, a causa delle misure necessarie al contenimento del virus e alle loro conseguenze: modifica delle abitudini personali e lavorative e richieste di riduzione o rimodulazione dei canoni di affitto, da parte dei tenant.
Per il 2021 si prospetta un primo semestre ancora di sostanziale debolezza, causata dal prosieguo della crisi pandemica. A fine anno, però, il fatturato dovrebbe registrare un leggero incremento, pari a un +1,5 per cento. Occorrerà attendere il 2022 per tornare a livelli simili a quelli ante Covid, con un fatturato che potrà raggiungere 7,7 miliardi di euro.
Le quotazioni medie sono scese del 4 per cento nel 2020, ma le locazioni hanno avuto un risultato peggiore: -15,1 per cento.
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