Crollano le compravendite di locali per uso commerciale: nei primi nove mesi del 2020, secondo l’ufficio studi di gruppo Tecnocasa, la contrazione è stata del 21,5%, per un volume scambiato di 17.380 unità contro le 22.134 dello stesso periodo del 2019.

Le città con il maggiore numero di transazioni sono, naturalmente, Milano e Roma, dove tuttavia si sono perse, rispettivamente, circa 300 e circa 400 operazioni sul corrispondente. E questo nonostante, negli ultimi dieci anni, i prezzi siano diminuiti del 37% nelle vie di passaggio e del 42,5% nelle vie non di passaggio.

I negozi indipendenti, specie non alimentari, e la ristorazione, sono stati, anche dal punto di vista immobiliare, i settori maggiormente impattati dalla pandemia, dall’assenza di turismo e dal ricorso massiccio allo smartworking. Sembrano tenere, invece, le attività che si sono riorganizzate attraverso piattaforme e-commerce, i negozi di vicinato e la grande e media distribuzione, grazie all’apertura di nuovi supermercati di prossimità.

Nelle vie di passaggio si ricorre sempre meno al pagamento con contratto key money, cioè tramite l’erogazione di una somma per ottenere la risoluzione anticipata della locazione e la conseguente liberazione dei locali, soprattutto a causa della liberazione di spazi, la quale, a sua volta, sta portando, quando possibile, a riposizionamenti e nuove aperture per quelle realtà commerciali che possono permetterselo.

Nelle vie non di passaggio continua, invece, la ricerca di collocazioni immobiliari da destinare a uso ufficio e, al limite, a un cambio di destinazione d’uso in abitazione.

L’80% delle richieste inserite nella banca dati di Tecnocasa sono indirizzate verso tipologie in locazione, mentre il 20% verso quelle in vendita. Chi cerca immobili in affitto vorrebbe, comunque, aprire un’attività di somministrazione e ristorazione - fatto consolante per il futuro del comparto -, o di servizi alla persona.

“In questo scenario di incertezza – scrive Tecnocasa - gli investitori si muovono con cautela, o provano a realizzare acquisti opportunistici anche se non sempre trovano riscontro. Si chiedono rendimenti più elevati (che arrivano anche al 10% annuo lordo) a fronte di un maggiore rischio di vacancy. Il 45% delle richieste di acquisto presenti nella nostra banca dati è finalizzata all’investimento immobiliare. Le metrature più richieste sono inferiori a 100 mq: raccolgono infatti l’80,8% in acquisto e il 75,6% in locazione”.