di Luca Salomone

Tempo di ripresa per l’immobiliare commerciale europeo, anche se aumenta l’incertezza a causa della guerra, dopo un 2021 colpito in modo pesante dal Covid. La pandemia ha determinato una flessione dell’investimento, per negozi e siti commerciali, del 10% circa, portando il valore al minino storico di 33 miliardi. Per il 2022, ci si aspetta una risalita del 12%, fino a 37 miliardi.

Questi i dati chiave del ‘Rapporto 2022 sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia’, presentato da Scenari immobiliari.

La pandemia presenta il conto

«Le caratteristiche dell’emergenza Covid - commenta Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari – hanno spinto gli operatori a fare scelte sostenute da un cauto ottimismo. I vari lockdown hanno generato uno spostamento delle famiglie verso realtà commerciali più vicine alla propria residenza. Il tema della ‘città in quindici minuti’ ha un avuto un grande impatto sul retail, facilitando i negozi di quartiere e gli shopping center con un bacino locale. Lo scenario ovviamente potrebbe cambiare per gli effetti della guerra in Ucraina. L’esito più evidente, al momento, è la concentrazione degli investimenti nell’Europa occidentale».

Sul versante delle quotazioni, il 2021 si è concluso con il segno meno, come già accaduto nel 2020. I prezzi di vendita e i canoni di locazione dei negozi hanno subito, nei principali Paesi, un calo medio del 2,3 per cento, che nel 2022 dovrebbe limitarsi a un meno uno per cento.

Il panorama dell'Italia

Segnali di ripresa anche per il mercato italiano. Se il volume 2021 è stato di 1,32 miliardi di euro, per il 2022, gli investimenti nel nostro Paese dovrebbero risalire del 10,5% e superare 1,46 miliardi di euro.

Due diverse tipologie di investitori si sono affacciate sul mercato nazionale nel corso del 2021: quelli core, alla ricerca delle rare location di pregio disponibili, situate all’interno delle principali high street nazionali, o di grandi superfici commerciali e parchi commerciali, caratterizzati da alti livelli di tenuta rispetto alle restrizioni imposte per il contenimento della pandemia; investitori opportunistici, interessati a gallerie commerciali con rendimenti a doppia cifra.

Notizie dal fronte

Scenari immobiliari ha anche realizzato un focus sulla Russia che, tutto sommato, appare marginale in Europa, con 2,5 miliardi euro (comprendendo tutte le tipologie immobiliari) rispetto a un totale europeo di 400 miliardi di euro. Una cifra calcolata, tuttavia, sulla base del cambio del rublo al 31 dicembre 2021 e che, al cambio odierno, perde 1 miliardo di euro.

Nel 2021 il mercato ha registrato una crescita di 38 punti, dovuta soprattutto al residenziale, che ha avuto un’incidenza del 60 per cento. In Ucraina il valore è stato di poco inferiore a 1 miliardo di euro e focalizzato su progetti concernenti la grande distribuzione.

«Come effetto della guerra – conclude Breglia - gli investitori internazionali hanno bloccato le operazioni nei due Paesi e si stanno concentrando sulle grandi città europee. Al momento, nel resto del continente, non sono previste riduzioni, mentre si teme un possibile incremento dei canoni di locazione per le zone migliori, sia nel segmento commerciale, sia in quello degli uffici».