È nuovamente disponibile nei punti vendita, fino a fine marzo 2022, la nuova campagna spagnola del mandarino Tango Fruit, che da tre anni è presente in Italia grazie alla distribuzione in esclusiva affidata a Spreafico Francesco & F.lli.

Una partnership che con l’inizio del nuovo anno porta con sé una novità assoluta: a febbraio 2022 saranno disponibili i primi quantitativi del mandarino senza semi con origine Italia, che affiancheranno il prodotto iberico. Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie agli impianti già esistenti nella Penisola.

Per il 2022 l’azienda ha deciso di sostenere la nuova campagna commerciale con attività di marketing dedicate sia al mondo trade, per incentivare la vendita del prodotto, sia al consumatore finale, per far conoscere e provare Tango Fruit non solo nei negozi fisici ma anche sui social (@Tango_it).

«Nel corso degli anni – afferma Raffaele Spreafico, amministratore delegato di Spreafico – abbiamo notato che il mandarino Tango Fruit ha avuto un ottimo riscontro sia tra i clienti sia tra i consumatori finali. Attualmente l'approvvigionamento principale arriva dalle piantagioni Tang Gold in Spagna e Sud Africa, ma insieme a Eurosemillas abbiamo deciso di sviluppare ulteriormente la nostra collaborazione non limitandoci all’aspetto commerciale ma prevedendo un ulteriore ambizioso step di crescita: un'attenta pianificazione produttiva del mandarino Tango Fruit in Italia».

Nell’ottica di rafforzare la propria filiera integrata e potenziare ulteriormente la produzione italiana del mandarino Tango, Spreafico ha acquisito la licenza per la coltivazione di 100 ettari sul nostro territorio nazionale. «In Italia – prosegue Raffaele Spreafico – le aree più vocate per clima e territorio per coltivare sono Puglia, Basilicata e Calabria ed è proprio in queste regioni che stiamo lavorando per integrare in modo importante la campagna italiana. Il nostro obiettivo futuro è quello di riuscire a dare maggiore continuità di prodotto ai nostri clienti al fine di garantire una fornitura per dodici mesi l’anno alternando il prodotto italiano con quello spagnolo e sudafricano».