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Linkontro Nielsen: la stagnazione non è nel carrello

Linkontro Nielsen: la stagnazione non è nel carrello
Linkontro Nielsen: la stagnazione non è nel carrello

Linkontro Nielsen: la stagnazione non è nel carrello

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Redazione

Uno scenario positivo quello illustrato da Nielsen durante la 35esima edizione de Linkontro: nel periodo gennaio-aprile 2019 le vendite a valore di prodotti alimentari hanno fatto registrare un incremento del 2,3% sullo stesso periodo dell’anno precedente.

La crescita complessiva, a totale negozio, si è attestata, sempre a valore, sul 2% con una previsione di chiusura dell’anno all’1,5 per cento.

“La fiducia degli italiani è stabile e cala solo a quota 68 rispetto ai 70 punti del 4° trimestre 2018. Dunque non ci sono segnali evidenti di ritorno al passato e la nazione è in linea con le medie europee - spiega Romolo de Camillis, retailer services director di Nielsen Italia -. Da qualche mese la vera forbice è, invece, nel clima di fiducia rilevato fra le imprese. Il ruolo del mondo del largo consumo, comunque, rimane centrale nel panorama macroeconomico, anche a fronte di un Pil vicino alla crescita zero. Il valore creato in questa filiera non è espressione delle mere esigenze quotidiane dei consumatori, ma deriva da una crescente ricerca di benessere e servizio nella scelta dei prodotti di uso comune. In sostanza il bisogno di vivere bene e concedersi un lusso può essere soddisfatto anche dal carrello della spesa".

Non è solo il food a dimostrarsi in salute. Nei primi 4 mesi dell’anno si confermano trend positivi per tutti i reparti: bevande +3,5%, gelati e surgelati +2,7%, carne +3,2, pane pasticceria +2,8, prodotti per gli animali +3, gastronomia, salumeria e formaggi +1,8, cura persona +1. Dopo due anni in negativo tornano a crescere le vendite in promozione, +1,7%, con la pressione promo (rapporto tra vendite promozionate e totale) stabile al 28,9 per cento.

A livello di aree si osserva un incremento più significativo nel Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia: Nord Ovest +2,2%, Nord Est +1,7, Centro +2,5, Sud e Isole +2,6.

In uno scenario competitivo sempre più esteso, e che offre sempre più scelta, il discount è ancora al centro dell’attenzione: con oltre 5 anni di crescita ininterrotta inizia a configurarsi come un vero e proprio competitor dei supermercati grazie agli investimenti nel servizio. Basti pensare che ormai il fresco ha un peso medio del 35% sul totale delle vendite di questa tipologia. Inoltre il canale è leader per margine: secondo Mediobanca l’utile prodotto dalle principali aziende discount rappresenta il 34,2% degli utili distributivi.

Nel mondo produttivo l’innovazione – 5% dei ricavi del largo consumo confezionato - continua a svolgere un ruolo chiave. Per esempio, l’attenzione ai temi ambientali porta i prodotti del cura casa con claim green a salire del +3,1 per cento. Nello specifico le parole magiche sono “meno plastica” +24,5%, “plastica riciclata” +9,6%, “biodegradabile” +7,8%. Un ulteriore dato interessante riguarda il cura persona, dove si riscontra un +14,9% per i beni che portano la dicitura “biologico”.

Avanza, naturalmente, l’e-commerce e i punti vendita che offrono il clicca e ritira, compresi i drive, si posizionano, in Italia, a quota 830. I dati Nielsen rivelano che siamo a buon punto, ma gli spazi da riempire sono ancora molti: i codici di avviamento postale coperti dalla consegna a domicilio sono 1.760, cioè il 38% del totale. E che ci saranno evoluzioni in questa direzione è fuori di dubbio, dal momento che la parte digitalizzata della distribuzione evidenzia, nel quadrimestre, una variazione di fatturato del 27,7%, contribuendo per circa lo 0,2% alla crescita complessiva della Gdo.

Nello scenario non mancano elementi di preoccupazione, a partire dal dibattito in corso sul tema delle aperture domenicali. Il giorno di festa, secondo le rilevazioni Nielsen, rappresenta il 10% del totale vendite ed è in crescita rispetto al passato. Un eventuale provvedimento di chiusura potrebbe avere un forte peso, specie se sommato a un possibile aumento dell’Iva, visto che i consumatori si dicono pronti a adottare misure contenitive per neutralizzare gli aumenti di prezzo.

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