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Det Norske Veritas: la sostenibilità non ammette ritardi

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Det Norske Veritas: la sostenibilità non ammette ritardi

Det Norske Veritas: la sostenibilità non ammette ritardi

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Redazione

Det Norske Veritas, uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale, ha tracciato il profilo del mondo che ci aspetta e delineato uno scenario che è a dir poco agghiacciante nel suo realismo… a meno che l’umanità non sia disposta a impegnarsi davvero per un pianeta migliore.


E’ un futuro possibile, specie se non verranno rispettati gli accordi internazionali scaturiti dal summit di Parigi Cop21, le cui conclusioni peraltro non hanno mancato di destare molte perplessità. I maggiori dubbi riguardano il fatto che l’intesa per il taglio dei gas serra e, dunque, per contenere il riscaldamento globale ben al disotto dei 2° C, è volontaria, priva disposizioni coercitive e sanzioni.

Lo studio "A safe and sustainable future" è stato realizzato da Dnv mediante una profonda analisi della letteratura scientifica e intervistando più di 30 fra i maggiori esperti di sostenibilità a livello mondiale.

Quello che ci attende nel 2050 - se non invertiamo velocemente la rotta - è un mondo sotto forte pressione. Per quella data il 70% della popolazione vivrà in aree urbane e 3 miliardi di persone saranno destinate alla povertà e ammassate nelle baraccopoli.

Il 60% dei principali ecosistemi sarà a rischio; i livelli di diossido di zolfo e di diossido di azoto aumenteranno rispettivamente del 90% e del 50%, causando smog, piogge acide e fuliggine, soprattutto nei Paesi emergenti. Il livello dei mari s'innalzerà da 1 a 2 metri, con milioni di individui obbligati a lasciare le aree costiere.

La lista di situazioni ad alto rischio che ci troveremo ad affrontare è ben più lunga. I rifugiati climatici, per esempio, saranno 200 milioni e l’inquinamento sarà la principale causa di morte per 3,5 milioni di persone.

L'ammontare della terra non utilizzata dall'uomo scenderà al di sotto del 20% e le foreste primarie saranno quasi completamente distrutte. Vaste aree degli oceani saranno prive di fauna marina e le barriere coralline distrutte.

Saremo 9 miliardi (2 miliardi in più di oggi) e serviranno "3 pianeti" per soddisfare le necessità di consumo dell'umanità. La domanda di energia aumenterà del 57%. Produrremo 13,2 miliardi di tonnellate di spazzatura: il 20% in più rispetto a quanto facciamo oggi.

Per fare fronte alla domanda la produzione di cibo dovrà aumentare del 70%, in presenza di appena il 5% di terra coltivabile in più a disposizione. Un target realizzabile solo con un’agricoltura intensiva e veramente scientifica.

Una vera apocalisse. Ma, sempre secondo Dnv, non è troppo tardi per cambiare registro e aspirare a un mondo in equilibrio con l'ambiente, caratterizzato da un'economia verde e circolare e da una società prospera.

In questa Terra migliore l'incremento della temperatura è stato limitato a 2° C e le emissioni ridotte del 50-80%. Si è riusciti a invertire il tasso di degrado degli ecosistemi, ad ostacolare la perdita di biodiversità e a ridurre di 10 volte il ritmo di estinzione delle specie.

L'utilizzo dell'energia pulita e le misure per l'efficienza energetica sono ampiamente diffuse. Si è stabilita una valutazione economica appropriata del capitale naturale, fondamentale per il mantenimento della biodiversità e per la conservazione dell'integrità degli ecosistemi.

In un mondo ideale è stato definito un valore economico (condiviso e corrisposto) per l'acqua. Il consumo di acqua dolce è stato limitato e il sistema agricolo evoluto nutre 3 miliardi di persone in più, impiegando meno energia, meno acqua ed evitando l'impoverimento del terreno. L'estrazione delle risorse minerarie va via via riducendosi, si ricicla sempre di più e la produzione è programmata con obiettivi di longevità. Si lavora in un'ottica di circolarità dell'economia. Estrema povertà e malnutrizione sono state debellate. E’ garantito a tutti l'accesso ai sistemi per la cura della salute, all’istruzione e al lavoro.

Gli esperti hanno individuato le 36 barriere fondamentali da aggirare, a partire dall'insufficiente consapevolezza dei singoli, passando per la debolezza dei quadri di riferimento istituzionali, fino ad arrivare alle carenze economiche e tecnologiche specifiche.

Ha concluso, sunteggiando, Luca Crisciotti, ceo di Dnv GL: "Senza un impegno concreto, prevedere quello che ci aspetta di qui a qualche anno non è difficile. Nei prossimi decenni l'umanità si troverà ad affrontare le sfide più grandi mai incontrate. Abbiamo un'opportunità unica per plasmare un futuro prospero, dove le principali minacce per ambiente, economia e società sono state individuate e contenute. Ma non possiamo più aspettare. Dobbiamo agire

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