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La strana crisi

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Redazione
Riduzione del potere d’acquisto, aumento dei prezzi delle materie prime e di molti prodotti di prima necessità, diminuzione dei consumi e della produzione industriale. Che l’economia reale abbia il fiato corto è sotto gli occhi di tutti. Tra le ultime previsioni pessimistiche si aggiunge ora quella della Confederazione italiana degli agricoltori, la quale si è scomodata a stimare quale sarà l’impatto della crisi dei consumi sulle vendite di prodotti alimentari per le festività natalizie.

I numeri, manco a dirlo, sono scoraggianti. La flessione in quantità, rispetto al già austero 2007, dovrebbe oscillare complessivamente tra il 3,5 e il 5%. E riguarderà trasversalmente un po’ tutte le categorie merceologiche, sia pure con qualche eccezione. A essere più penalizzate, naturalmente, saranno le vendite di prodotti voluttuari, come caviale, ostriche, salmone e frutta esotica, con cali compresi tra il 20 e il 30%.

Ma anche ortofrutta (-4,5%), carni e insaccati (-1,8%), formaggi (-0,7%) e dolci (-2,5%), saranno presenti in minore misura sulle tavole degli italiani. E se iper e super resteranno i punti vendita dove si avrà la maggiore concentrazione degli acquisti (57,2%), la Cia prevede che la percentuale di famiglie che acquisterà prodotti agroalimentari presso gli hard-discount raggiungerà il 10,2% (dal 9,7% dello scorso anno).

Insomma, sembrerebbe prospettarsi un Natale tutto all'insegna del risparmio per combattere il carovita. Però c’è qualcosa che non torna e che risulta davvero di difficile interpretazione. Si tratta del boom delle vacanze esotiche. Secondo gli ultimi dati delle principali associazioni di tour operator, non solo non si è registrato nessun calo delle prenotazioni rispetto al 2007, ma siamo a livelli da tutto esaurito: dai Caraibi alle Maldive, e persino per mete più vicine ma altrettanto ambite, come Libia e Malta. Anche considerando che molte famiglie ricorreranno al prestito per “permettersi” una vacanza natalizia, non si capisce bene se i soldi ci sono o non ci sono. E soprattutto se la tendenza sia quella di vivere, comunque sia, al di sopra delle proprie possibilità.


       
       

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