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I centri commerciali on line tirano la volata dell'e-commerce

I centri commerciali on line tirano la volata dell'e-commerce
I centri commerciali on line tirano la volata dell'e-commerce

I centri commerciali on line tirano la volata dell'e-commerce

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Fabio Massi

Dedicata alla memoria di Gianroberto Casaleggio, scomparso prematuramente martedì 12 aprile, la decima edizione della ricerca "E-commerce in Italia", condotta da Casaleggio Associati, rivela che, durante il 2015, si è assistito a una nuova, robusta crescita, +19 punti, degli acquisti on line, che hanno raggiunto un fatturato di 29 miliardi di euro, contro i 2,1 di 10 anni fa.

Una rincorsa sintomatica di un canale che si sta facendo largo in modo esponenziale, traendo forza soprattutto dai retailer esteri, entrati nel nostro mercato, e dai maggiori marketplace, come Amazon.

Il comparto dei centri commerciali on line (8% del mercato) continua a registrare la variazione più elevata (+140%), grazie alla presenza dei player globali e al continuo ampliarsi delle categorie trattate. In forte crescita (+77%) il food (che tuttavia ha vendite ancora limitate all’1,9% del totale), specie per lo sviluppo della consegna dei freschi.

I segmenti più maturi, turismo (30% delle spese) e tempo libero (47%, in massima parte dovuto al gioco on line), rappresentano ancora più dei tre quarti del mercato. L'unica flessione si registra fra gli specialisti dell'elettronica di consumo (-15%), che faticano a contrastare gli shopping center telematici. “Altri settori come editoria, moda, casa e arredamento e salute e bellezza – si legge nella ricerca - registrano aumenti, ma con ricavi ancora ridotti. Per quanto riguarda l’editoria, la fase attuale è alimentata unicamente dall’incremento dei prodotti digitali, che in parte compensano il ripiegamento del cartaceo”.

Tra i principali aspetti analizzati appare un po’ critico il conversion rate delle aziende italiane, ossia la percentuale di coloro che, da semplici visitatori, si trasformano in acquirenti: è risultato in media dell'1,5% più basso rispetto ai due anni precedenti. Per migliorare questo indicatore gli operatori intendono soprattutto puntare sulla semplificazione del processo di acquisto (66%). Altri due elementi fondamentali - che influiscono positivamente, nel tramutare i ‘curiosi’ in consumatori - sono, secondo il 40% dei soggetti, la capacità di fare percepire la convenienza e di garantire assistenza durante l’acquisto. Seguono l’impegno nel persuadere i clienti, potenziali o acquisiti, che la telematica è una scelta giusta (31%), la relazione con il cliente (30%) e la velocità dello shopping, dal pagamento alla consegna (29%).

Importante, come leva, è anche la pubblicità: “Nel 2015 e nel 2016 – riferisce la ricerca - abbiamo avuto diversi esempi di brand e-commerce che hanno investito in televisione, per fare conoscere il marchio e sviluppare le vendite. La tv è vista come un mezzo efficace per raggiungere gli italiani, creare fiducia e potenziare gli investimenti fatti. Questo per operatori di tutti i settori, dall’alimentare (Just Eat) al tecnologico, all'abbigliamento (Zalando). Nel settore turismo, dopo i casi di Expedia, Trivago e Kayak, anche Booking.com ha lanciato la sua prima campagna Tv in Italia, per annunciare il lancio di Passion Search, una nuova tecnologia che aiuta i viaggiatori a cercare e scoprire facilmente le migliori mete, in funzione degli interessi specifici”.

Nel 2015 il ‘mobile’ ha ribadito tutta la sua importanza, dimostrando che lo smartphone, molto più raramente il tablet, è uno strumento fondamentale anche per il mercato italiano, con un fatturato che incide per il 22% sul totale a differenza del 13% del 2014. E a inizio 2016 sono oltre 22 milioni gli italiani che si collegano, in un mese, dai propri dispositivi mobili, ben 5 milioni in più rispetto al 2015.


Per saperne di più scarica la ricerca:clicca qui

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