Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style
Aggiornato a
Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style

Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style

Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style
Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style

Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style

Information
Redazione

È un’Italia sofferente, ma anche piena di contraddizioni, quella che emerge dalla 31ma edizione del ‘Rapporto Italia’ di Eurispes: 1.

32 questionari compilati e analizzati nel periodo dicembre 2018-gennaio 2019.

Si osservano, intanto, i molti problemi delle famiglie. Ben il 45,1% degli italiani – afferma di essere costretto a utilizzare i risparmi per arrivare alla fine del mese. Tra coloro che hanno un mutuo, quasi un terzo (32,7%) paga con fatica le rate e la metà di chi è in affitto stenta a saldare il canone.

Per coprire le difficoltà il 32,6% è stato costretto, nel 2018, a ricorrere al sostegno economico della propria famiglia di origine e uno su 10 ha chiesto prestiti a privati (10,1). I consumi, tuttavia, rimangono mediamente stabili rispetto ai valori dello scorso anno. Secondo la rilevazione a gennaio 2019 gli italiani hanno mantenuto le stesse abitudini per i prodotti alimentari (56,2%), gli animali domestici (58,2%), i controlli medici (52%), le automobili (51,4%), la bellezza (49,7%), l’abbigliamento (49,5%) e le pulizie domestiche (47%).

Le spese si sono dimostrate costanti, o sono diminuite, per viaggi e vacanze (in media il 43,9%), pasti fuori casa (43), articoli tecnologici (40,6), mobili (44,2), attività sportive (44,6).

Acquisti on line: oltre la metà dei soggetti, più uomini che donne, compra prodotti su Internet (52,9%). Il 24,8% lo fa ‘qualche volta’, quasi 1 su 4 ‘spesso’ (18%), 1 su 10 ‘abitualmente’, il 31,4% ‘mai’ e il 15,7 ‘raramente’.

Al primo posto, nel canale digitale, ci sono i biglietti ferroviari e aerei (75,4%), seguiti dai capi di abbigliamento (63,4), dalle apparecchiature tecnologiche (61,6) e da viaggi e vacanze (53,7).

L’altra metà del campione rinuncia all’e-commerce non perché sia contrario, ma per la mancanza di dimestichezza con la tecnologia. Emergono però anche altre motivazioni, come il bisogno di valutare il prodotto dal vivo (18,3%), il timore di inserire i riferimenti della carta di credito (13,5), o, in minore misura (6,7) la preoccupazione di ricevere un prodotto danneggiato (6,7).

Tra le spinte all’acquisto quasi 3 su 10 indicano i prezzi vantaggiosi (27,1%), un quinto apprezza la vastità della scelta, il 13,8 la rapidità e la praticità e il 38,7 tutti questi motivi insieme.

Si mantiene elevata l’attenzione per i temi e le mode alimentari. I vegetariani e vegani rimangono stabili al 7,3%, ma il 4,9 abbandonare questa dieta.

Un quarto di coloro che hanno deciso di essere vegetariani o vegani (25,1%) reputa questa scelta un preciso stile di vita, mentre 3 su 10 ritengono che il veg assicuri benefici per la salute. Ma il 32,1% di chi ha sperimentato e poi abbandonato, lo ha fatto per avere un’alimentazione più completa; il 35,7%, invece, ha sofferto troppe rinunce.

Resta alta, poi, la sensibilità verso il free from, anche quando non corrisponde a bisogni concreti. Un italiano su quattro (19,3%) compra prodotti senza glutine, ma il 12,9 li assume senza essere intollerante. Il 18,6% compra prodotti senza lievito: il 4,6 è stato effettivamente riconosciuto intollerante, a differenza del 14% che ammette di non esserlo. Un quarto dei consumatori (26%) acquista il senza lattosio, ma, anche qui, solo l’8,5% lo fa per una vera diagnosi.

Il dato contradditorio, vista l’attenzione verso il proprio corpo, riguarda l’assunzione, troppo disinvolta, degli antibiotici: quasi 4 italiani su 10 ammettono di prenderli senza prescrizione medica ‘qualche volta’ (33%) e ‘spesso’ (4,8).

Sempre a proposito di stili di vita si osserva un aumento delle famiglie che accolgono un animale. Un terzo degli italiani (33,6% in crescita dell’1,1% a gennaio 2019) ha almeno un animale in casa e crescono soprattutto le famiglie che accolgono due, tre o più animali: rispettivamente 8,1% (7,1 nel 2018), 4,7 (contro il 3,7) e 3,8 (nel 2018 era il 2,3). Nella maggior parte dei casi, si tratta di cani (40,6%) e gatti (30,3). Seguono uccelli (6,7), pesci (4,9), tartarughe (4,3), conigli (2,5) e criceti (2).

La spesa media dedicata alla cura degli animali è cresciuta negli ultimi anni: in particolare, raddoppiano coloro che investono tra i 51 e i 100 euro (33,2% a fronte del 31,4 del 2018 e del 15,4 del 2017). Aumentano anche i soggetti che spendono tra i 101 e i 200 euro (14,5% rispetto all’8,1 del 2018 e al 4,5 del 2017). La spesa da 201 a 300 euro, infine, riguarda il 3,7% del campione (+1,5% rispetto al 2018; nel 2017 nessuno sborsava questa cifra).

Il 76,8% degli intervistati considera i propri animali membri effettivi della famiglia. Sei su 10 li ritengono i loro migliori amici (60%), quasi un terzo veri e propri figli (32,9).

       
       

Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style

Eurispes fotografa le contraddizioni dell'Italian style
NON HAI TROVATO QUELLO CHE STAVI CERCANDO?
PROVA QUI:
CERCA NEL SITO PROVA LA NOSTRA AI