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Dove Ikea è nel suo ambiente
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Dove Ikea è nel suo ambiente
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“Abbiamo realizzato 11 milioni di fatturato on line, che a regime arriveranno a 25, inaugurato 2 pick up point in Sardegna, a Sassari e Cagliari, già attivi. Il piano di aperture dei punti di vendita, dopo il recentissimo sbarco a Pisa, interesserà Cerro Maggiore, con un secondo shopping center, dopo quello di Villesse, e poi Verona, la Sardegna, l’Umbria, la Sicilia e un terzo negozio romano”: così Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea Italia, sintetizza i successi di un’insegna che sicuramente ha un grosso feeling con l’Italia e non ha smesso di credere nel nostro Paese, che del resto rimane, notoriamente, uno dei suoi principali fornitori.
E anche da noi, come altrove, Ikea rimane unica da tutti i punti di vista, specie quello della sostenibilità. In un anno ha tagliato i consumi di energia del 6% e le emissioni di CO2 del 10%, ha prodotto oltre 6 milioni di kWh dai suoi impianti fotovoltaici. Nei suoi ristoranti, ben 23 piatti su 100 sono biologici e fra i dipendenti il 93% ha un contratto a tempo indeterminato.
Ogni anno l’insegna pubblica il Report Ambientale, Sociale e delle Risorse Umane, giunto questa volta alla nona edizione. E rimane un esempio imbattuto su questo versante.
I risultati. Nel 2013 i rifiuti avviati a riuso, riciclo e recupero energetico da Ikea Italia sono stati il 93%, con un ritorno economico molto significativo: nella gestione degli scarti i costi si sono ridotti di quasi il 70% nell’ultimo triennio e su questa voce 10 negozi su 20 sono riusciti ad avere ricavi superiori ai costi.
Nell’anno fiscale chiuso al 31 agosto 2013 i consumi energetici sono diminuiti del 6% con un calo del 9,5% nelle emissioni di anidride carbonica. Il 95% della domanda di energia elettrica è stato soddisfatto grazie a fonti rinnovabili e 17 negozi hanno ormai impianti fotovoltaici, per una produzione totale di 6,3 milioni di kWh di energia pulita. Sono 5 i punti vendita dotati di impianti di geoscambio, che assicurano i fabbisogni di climatizzazione.
Mobilità sostenibile: 19 negozi su 20 sono ora raggiungibili con mezzi pubblici, o servizi di navetta privati e Ikea ha offerto il trasporto gratuito degli acquisti inferiori ai 30 chilogrammi a coloro che hanno deciso di non prendere l’auto per andare a fare shopping.
Il totale dei prodotti italiani acquistati durante l’anno da Ikea Italia è stato di 5.992 tonnellate, di cui 1.389 biologici, pari, come si diceva, al 23%. Nei ristoranti del gruppo, tutti certificati bio da Icea (Istituto di Certificazione Etica e Ambientale), sono stati venduti 66.467 “menu di pasta bio” provenienti dalle Terre dell’Oasi WWF. Concreto è anche l’impegno di Ikea Food contro lo spreco alimentare, con l’utilizzo di schede di produzione per la verifica delle porzionature e con la vaschetta d’asporto biodegradabile per i clienti, vaschetta che – praticità nordica e non nuova oltre i nostri confini - permette di portare a casa gli avanzi.
Sotto il profilo delle risorse umane bisogna evidenziare che i 6.058 collaboratori di Ikea Italia (anzianità lavorativa media di 9 anni) hanno nel 93% dei casi un contratto a tempo indeterminato. Tangibile l’impegno dell’azienda verso il proprio staff. Nell’esercizio 2013 (1 settembre 2012-31 agosto 2013) sono state erogate 80.000 ore di formazione, 230 persone hanno avuto un avanzamento di carriera e vige un sistema di welfare che prevede l’estensione dei benefit anche alle coppie di fatto, a prescindere dall’orientamento sessuale.
Sul fronte sociale l’impegno, oltre al supporto alle campagne internazionali con un contributo di 736.381 euro per Unicef, ha riguardato 53 associazioni locali, per un investimento di 544.000 euro a favore di no profit che si occupano di minori in stato di sofferenza e disagio, soggetti senza fissa dimora e diversità.
Per Ikea la sostenibilità non è appannaggio di pochi, ma deve essere alla portata di tutti, perciò la casa madre ha elaborato la strategia globale “People & Planet Positive”, che, ispirandosi all’obiettivo di “creare una vita quotidiana migliore per le persone e per le comunità”, sta gradualmente portando il gruppo a trasformare il proprio business per raggiungere, entro il 2020, l’obiettivo di avere un impatto soltanto positivo su persone e ambiente a livello globale.
Fra i punti di vendita i maggiori esempi di eccellenza, in tema di efficienza energetica, si distinguono in tre negozi: Ikea Chieti e Ikea Catania, che hanno ottenuto una certificazione di classe A, e Ikea Bari, con certificazione di classe A+. Nell’ottica della riduzione dei consumi energetici, i parcheggi degli store di Catania e San Giuliano (MI) sono stati dotati di ”torri-faro” a LED, mentre a giugno 2013 Ikea Bologna ha inaugurato il nuovo Park Led, un parcheggio coperto illuminato interamente con questa tecnologia, che ha fatto passare i consumi annui da 93.763 a 36.385 kilowatt.
Se Ikea a modo suo è un unicum, anche le altre imprese, nessuna esclusa, devono, per una serie molto lunga di motivi, essere sostenibili e tutto va fatto alla svelta. Alcune lo sono già, altre lo diventeranno, altre non riusciranno nello sforzo e dovranno renderne conto al mercato e al legislatore, nazionale e comunitario. Questa è la direzione, senza alternative e con sempre meno possibilità di prendere (perdere?) tempo.
E anche da noi, come altrove, Ikea rimane unica da tutti i punti di vista, specie quello della sostenibilità. In un anno ha tagliato i consumi di energia del 6% e le emissioni di CO2 del 10%, ha prodotto oltre 6 milioni di kWh dai suoi impianti fotovoltaici. Nei suoi ristoranti, ben 23 piatti su 100 sono biologici e fra i dipendenti il 93% ha un contratto a tempo indeterminato.
Ogni anno l’insegna pubblica il Report Ambientale, Sociale e delle Risorse Umane, giunto questa volta alla nona edizione. E rimane un esempio imbattuto su questo versante.
I risultati. Nel 2013 i rifiuti avviati a riuso, riciclo e recupero energetico da Ikea Italia sono stati il 93%, con un ritorno economico molto significativo: nella gestione degli scarti i costi si sono ridotti di quasi il 70% nell’ultimo triennio e su questa voce 10 negozi su 20 sono riusciti ad avere ricavi superiori ai costi.
Nell’anno fiscale chiuso al 31 agosto 2013 i consumi energetici sono diminuiti del 6% con un calo del 9,5% nelle emissioni di anidride carbonica. Il 95% della domanda di energia elettrica è stato soddisfatto grazie a fonti rinnovabili e 17 negozi hanno ormai impianti fotovoltaici, per una produzione totale di 6,3 milioni di kWh di energia pulita. Sono 5 i punti vendita dotati di impianti di geoscambio, che assicurano i fabbisogni di climatizzazione.
Mobilità sostenibile: 19 negozi su 20 sono ora raggiungibili con mezzi pubblici, o servizi di navetta privati e Ikea ha offerto il trasporto gratuito degli acquisti inferiori ai 30 chilogrammi a coloro che hanno deciso di non prendere l’auto per andare a fare shopping.
Il totale dei prodotti italiani acquistati durante l’anno da Ikea Italia è stato di 5.992 tonnellate, di cui 1.389 biologici, pari, come si diceva, al 23%. Nei ristoranti del gruppo, tutti certificati bio da Icea (Istituto di Certificazione Etica e Ambientale), sono stati venduti 66.467 “menu di pasta bio” provenienti dalle Terre dell’Oasi WWF. Concreto è anche l’impegno di Ikea Food contro lo spreco alimentare, con l’utilizzo di schede di produzione per la verifica delle porzionature e con la vaschetta d’asporto biodegradabile per i clienti, vaschetta che – praticità nordica e non nuova oltre i nostri confini - permette di portare a casa gli avanzi.
Sotto il profilo delle risorse umane bisogna evidenziare che i 6.058 collaboratori di Ikea Italia (anzianità lavorativa media di 9 anni) hanno nel 93% dei casi un contratto a tempo indeterminato. Tangibile l’impegno dell’azienda verso il proprio staff. Nell’esercizio 2013 (1 settembre 2012-31 agosto 2013) sono state erogate 80.000 ore di formazione, 230 persone hanno avuto un avanzamento di carriera e vige un sistema di welfare che prevede l’estensione dei benefit anche alle coppie di fatto, a prescindere dall’orientamento sessuale.
Sul fronte sociale l’impegno, oltre al supporto alle campagne internazionali con un contributo di 736.381 euro per Unicef, ha riguardato 53 associazioni locali, per un investimento di 544.000 euro a favore di no profit che si occupano di minori in stato di sofferenza e disagio, soggetti senza fissa dimora e diversità.
Per Ikea la sostenibilità non è appannaggio di pochi, ma deve essere alla portata di tutti, perciò la casa madre ha elaborato la strategia globale “People & Planet Positive”, che, ispirandosi all’obiettivo di “creare una vita quotidiana migliore per le persone e per le comunità”, sta gradualmente portando il gruppo a trasformare il proprio business per raggiungere, entro il 2020, l’obiettivo di avere un impatto soltanto positivo su persone e ambiente a livello globale.
Fra i punti di vendita i maggiori esempi di eccellenza, in tema di efficienza energetica, si distinguono in tre negozi: Ikea Chieti e Ikea Catania, che hanno ottenuto una certificazione di classe A, e Ikea Bari, con certificazione di classe A+. Nell’ottica della riduzione dei consumi energetici, i parcheggi degli store di Catania e San Giuliano (MI) sono stati dotati di ”torri-faro” a LED, mentre a giugno 2013 Ikea Bologna ha inaugurato il nuovo Park Led, un parcheggio coperto illuminato interamente con questa tecnologia, che ha fatto passare i consumi annui da 93.763 a 36.385 kilowatt.
Se Ikea a modo suo è un unicum, anche le altre imprese, nessuna esclusa, devono, per una serie molto lunga di motivi, essere sostenibili e tutto va fatto alla svelta. Alcune lo sono già, altre lo diventeranno, altre non riusciranno nello sforzo e dovranno renderne conto al mercato e al legislatore, nazionale e comunitario. Questa è la direzione, senza alternative e con sempre meno possibilità di prendere (perdere?) tempo.
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