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Addio a Michele Ferrero, padre della Nutella
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Addio a Michele Ferrero, padre della Nutella
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Ha fatto giusto in tempo, lo scorso anno, a celebrare il cinquantesimo compleanno della sua più importante creazione, la Nutella, la crema al cioccolato più diffusa al mondo che ha fatto la fortuna del Gruppo dolciario di Alba insieme ad altri successi come i Rocher, i Mon Cherì, i Tic Tac o il Kinder Sorpresa.
Michele Ferrero, uno dei più illustri rappresentanti dell’industria alimentare italiana a livello internazionale, si è spento sabato scorso all’età di 89 anni nella città di Montecarlo, dove viveva da tempo.
L’imprenditore lascia un impero industriale da 8 miliardi di fatturato, con una presenza in oltre 50 paesi, 20 stabilimenti e 34mila addetti. Alla guida del Gruppo sale ora come unico amministratore delegato il secondogenito Giovanni, dopo la prematura morte per infarto del fratello Pietro, avvenuta in Sudafrica nel 2011.
Michele, il cui funerale sarà celebrato domani alle 11, nella cattedrale San Lorenzo di Alba, aveva cominciato presto nell’azienda di famiglia cioè nel 1949 a soli vent’anni, per arrivare a conquistarsi, nel 2014, il titolo di uomo più ricco d’Italia e ventinovesimo al mondo: 23,4 miliardi di dollari, secondo Forbes.
L’impresa che lascia ha conti che fanno onore al made in Italy alimentare: quasi 35.000 addetti nel mondo, una ventina di stabilimenti, di cui 3 in Africa e Asia, un centinaio di nazioni coperte e 9 società agricole di proprietà.
Michele Ferrero, uno dei più illustri rappresentanti dell’industria alimentare italiana a livello internazionale, si è spento sabato scorso all’età di 89 anni nella città di Montecarlo, dove viveva da tempo.
L’imprenditore lascia un impero industriale da 8 miliardi di fatturato, con una presenza in oltre 50 paesi, 20 stabilimenti e 34mila addetti. Alla guida del Gruppo sale ora come unico amministratore delegato il secondogenito Giovanni, dopo la prematura morte per infarto del fratello Pietro, avvenuta in Sudafrica nel 2011.
Michele, il cui funerale sarà celebrato domani alle 11, nella cattedrale San Lorenzo di Alba, aveva cominciato presto nell’azienda di famiglia cioè nel 1949 a soli vent’anni, per arrivare a conquistarsi, nel 2014, il titolo di uomo più ricco d’Italia e ventinovesimo al mondo: 23,4 miliardi di dollari, secondo Forbes.
L’impresa che lascia ha conti che fanno onore al made in Italy alimentare: quasi 35.000 addetti nel mondo, una ventina di stabilimenti, di cui 3 in Africa e Asia, un centinaio di nazioni coperte e 9 società agricole di proprietà.
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