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Tuttofood apre le porte ai buyer internazionali
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Tuttofood apre le porte ai buyer internazionali
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Da domenica 8 maggio a mercoledì 11 maggio Tuttofood catalizzerà sul polo espositivo di fieramilano a Rho, l’attenzione degli operatori professionali del food e della nutrition di tutto il mondo
Quattro padiglioni occupati (13, 15, 22 e 24), una superficie espositiva netta di oltre 40. 00 metri quadrati, 2.000 marchi presenti, buyer esteri altamente qualificati e profilati in arrivo da 67 Paesi. Questi i numeri con cui si presenta ai nastri di partenza della sua terza edizione, Tuttofood.
La matrice profondamente professionale del suo concept non è l’unica carta vincente della rassegna agroalimentare di Fiera Milano: a far sì che “Tuttofood non sia una fiera come le altre” è anche la vocazione spiccatamente internazionale che la contraddistingue.
Per l’edizione 2011, a Fieramilano sono attesi i buyer delle più importanti catene della GDO internazionale e nazionale, grossisti, importatori, esercenti e ristoratori. Uomini d’affari che arrivano dai quattro angoli della terra, dai mercati definiti “maturi” dai trade-analist – Nord e Sud America, Giappone ed Europa – e cercano i real italian food: i prodotti originali del Made in Italy alimentare sommersi come sono, in patria, dalla brutte copie e dai falsi più spudorati, quelli che loro chiamano i fake o gli italian sounding.
Quattro padiglioni occupati (13, 15, 22 e 24), una superficie espositiva netta di oltre 40. 00 metri quadrati, 2.000 marchi presenti, buyer esteri altamente qualificati e profilati in arrivo da 67 Paesi. Questi i numeri con cui si presenta ai nastri di partenza della sua terza edizione, Tuttofood.
La matrice profondamente professionale del suo concept non è l’unica carta vincente della rassegna agroalimentare di Fiera Milano: a far sì che “Tuttofood non sia una fiera come le altre” è anche la vocazione spiccatamente internazionale che la contraddistingue.
Per l’edizione 2011, a Fieramilano sono attesi i buyer delle più importanti catene della GDO internazionale e nazionale, grossisti, importatori, esercenti e ristoratori. Uomini d’affari che arrivano dai quattro angoli della terra, dai mercati definiti “maturi” dai trade-analist – Nord e Sud America, Giappone ed Europa – e cercano i real italian food: i prodotti originali del Made in Italy alimentare sommersi come sono, in patria, dalla brutte copie e dai falsi più spudorati, quelli che loro chiamano i fake o gli italian sounding.
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