Spesa a rischio in supermercati, ipermercati e grandi magazzini: per domani, sabato 7 novembre, è stata proclamata, infatti, da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UILTuCS, la mobilitazione nazionale per il rinnovo del contratto del commercio. Si replica sabato 19 dicembre.

“Il ricorso allo sciopero – si legge in una nota di UILTuCs - si è reso necessario per dare un segnale forte e compatto a Federdistribuzione, dopo oltre 20 mesi di vertenza per il rinnovo del contratto collettivo del settore. La nostra organizzazione, dopo la pronuncia favorevole del Tribunale di Torino, moltiplicherà i ricorsi ai Tribunali italiani per ottenere il riconoscimento degli aumenti salariali stabiliti dal contratto collettivo rinnovato con Confcommercio anche per i lavoratori delle imprese aderenti a Federdistribuzione”.

Spiega Brunetto Boco, segretario generale UILTuCS: «La grande distribuzione non solo non vuole rinnovare il contratto collettivo, dopo quasi due anni di vertenza, ma pretende addirittura di ridurre gli stipendi dei lavoratori. Siamo costretti alla mobilitazione da questo atteggiamento inaccettabile di chiusura e di arroganza, tanto più improvvido nel momento in cui il Paese sta faticosamente cercando di uscire dalla lunghissima crisi e si stanno risvegliando anche i consumi”.

Smentisce Federdistribuzione, che ieri, 5 novembre, ha diramato una nota in cui “ribadisce di voler riconoscere aumenti contrattuali nel triennio 2016–2018 che garantiscano il potere d’acquisto dei lavoratori; quindi nessuna riduzione dei salari come erroneamente riferito dai sindacati e da alcuni organi di stampa”.

Federdistribuzione, continua il documento, ha proposto ai sindacati possibili interventi di flessibilità e produttività, tra i quali individuare congiuntamente poche, semplici ed efficaci soluzioni per garantire la sostenibilità del settore, come per esempio un utilizzo più efficace dei contratti a tempo determinato, soprattutto in località turistiche. I sindacati hanno rifiutato queste proposte, ponendo come condizione preliminare l’applicazione del contratto stipulato con Confcommercio.

“Federdistribuzione – conclude il comunicato - non può accettare l’applicazione di un altro contratto collettivo, come quello di Confcommercio, che ha ingiustificatamente riconosciuto aumenti retributivi superiori all’inflazione: ciò significherebbe mettere a grave rischio l’occupazione e lo sviluppo in molte grandi aziende, in un settore che, rispetto al commercio tradizionale, investe molto di più in formazione, sicurezza, sviluppo delle carriere, occupazione di qualità (91% di contratti a tempo indeterminato) contrattazione integrativa e welfare aziendale”.