Pwc total retail: solo l'alimentare salva il commercio classico
Pwc total retail: solo l'alimentare salva il commercio classico
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Secondo Pwc, che ha reso noto ieri, 3 aprile, i risultati di ‘Total retail 2017’ il mercato dei beni di consumo è sempre più diviso in online e offline, con il primo che avanza e il secondo che cede un numero crescente di posizioni in tutti i segmenti, con la felice eccezione dell’alimentare.
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La ricerca ha analizzato i comportamenti di consumo sulla rete e l’attitudine alla multi-canalità di 24.500 persone (oltre 1.000 italiane) in 32 Paesi.
Si scopre intanto che la nostra Penisola è ormai terza al mondo in quanto a penetrazione del mobile - superata solo da Spagna e Singapore - con l’85% della popolazione che utilizza abitualmente uno smartphone.
Stupiscono le cifre chiave: il 20% degli italiani acquista tramite cellulare almeno una volta alla settimana (+43% rispetto al 14% del 2015); un altro 19% compra, sempre ogni 7 giorni, con il tablet (+58% vs. 12% del 2015) e il 32% tramite PC (+33% vs. 24% del 2015).
Il prezzo rimane la variabile principale che influenza l’acquisto online (49%), seguito dalla comodità (30%) mentre l’assortimento è indicato solo dal 18 per cento.
Un ruolo chiave è giocato da Amazon, scelta dal 91% degli italiani che comprano sulla rete. È, per la dot.com americana, la percentuale più elevata messa a segno nell’intera Europa.
La maggiore fonte di ispirazione per gli acquisti è composta dai siti web di confronto prezzi, indicati dal 46% rispetto al 35% del 2015. Seguono i siti dei retailer multi-brand (38%) e i social (37%).
I social media si affermano dunque come una “vetrina” fondamentale, ma non solo: il 56% degli italiani è stato convinto a spendere di più dall’interazione avuta con un certo marchio, e quasi il 60% dichiara di sentirsi più coinvolto dal brand proprio attraverso questi canali.
Nonostante il mobile shopping abbia iniziato a prevalere su alcuni canali tradizionali, la fedeltà al negozio è uno dei maggiori trend, con il 51% dei nostri connazionali che lo visita almeno una volta alla settimana. Nel punto vendita il 73% dei consumatori ricerca un addetto con profonda conoscenza dei prodotti. Seguono, come fattori decisivi, le offerte speciali personalizzate (70%) e la possibilità di verificare rapidamente lo stock di un altro negozio della stessa insegna (65%) per trovare il prodotto ricercato.
Purtroppo però c’è una netta forbice tra aspirazioni e realtà: la soddisfazione circa la preparazione degli addetti è indicata dal 58% (mentre il 73% ritiene tale elemento fondamentale), come nelle promozioni personalizzate, che registrano un gap di oltre il 20% tra la concreta soddisfazione (45%) e l’importanza attribuita (70%).
La sfida sulla ricerca del prodotto è vinta nettamente dall’online, le cui percentuali prevalgono sul negozio in ben 10 categorie su 11, con picchi massimi nell’aggregato libri, musica e videogame (74% vs 12%) ed elettronica di consumo e computer (68% vs 22%). L’unica eccezione riguarda i generi alimentari, dove il negozio rimane il preferito (46% contro il 37% di Internet).
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