Un vero “ghetto” già ampiamente criticato, fra gli altri, dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina e dal presidente di Ferrero, Francesco Paolo Fulci.

Si presume la violazione del principio di libera circolazione delle merci, con susseguente blocco delle importazioni da Paesi che, offrendo specialità alimentari, come l’Italia, sono i primi a essere finiti nel mirino.
Ora il Governo britannico ha due mesi di tempo per rispondere alla messa in mora.

"L’obiettivo del semaforo era quello di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri. Ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate e solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti come l’olio extravergine d’oliva e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale", commenta Coldiretti.

Rincara la dose Filippo Ferrua Magliani, presidente di Federalimentare, che, in un’intervista a TMNews e Asca: ha dichiarato: “Il semaforo è uno strumento sbagliato e fuorviante. Siamo molto soddisfatti di questo passaggio importante, anche se non conclusivo, perché' premia l'azione fatta da noi e dal governo italiano. Ci auguriamo che prevalga il buon senso: il semaforo, infatti, è uno strumento sbagliato ed è talmente semplicistico da risultare fuorviante".

''L'etichetta a semaforo sui prodotti alimentari nascondeva interessi commerciali mascherati da esigenze salutistiche – prosegue Ferrua -. La denuncia di Federalimentare non era allarmistica e strumentale e la Commissione ha infatti accolto a larghissima maggioranza, le osservazioni presentate dall'Italia, assieme a molti partner comunitari, dando l'avvio a all'iter per giungere alla formalizzazione della procedura d'infrazione contro il Regno Unito''.