Si incendia il settore dell’olio a seguito del via libera, dato dall’Unione Europea, all’accesso sul mercato di altre 35.000 tonnellate di olio tunisino senza dazi nel biennio 2016-2017.

A commentare la notizia sono state soprattutto Cia e Coldiretti, ossia gli agricoltori, mentre, stranamente, le organizzazioni dei produttori tacciono. Spaccato in due anche il mondo della politica, con Grillini e Lega contrari e PD favorevole e uno scontro che, almeno dalla parte degli oppositori, non ha risparmiato i toni dell’insulto.

Il problema comunque esiste, eccome, specie dopo che nel 2015 in Italia, spiega Coldiretti, sono aumentate del 520% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia. “Il nuovo contingente agevolato - sottolinea la Confederazione - va tra l’altro ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi agevolati oltre quota 90.000 tonnellate.

“Ancora una volta in Europa il settore agricolo diventa merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale ed ambientale sui nostri territori”.

Cia, Confederazione italiana agricoltori, e Agrinsieme (il coordinamento delle coop agricole) non usano mezzi termini quando parlano di un nuovo 'schiaffo ai nostri agricoltori'. "Pur condividendo l'obiettivo di solidarietà dell'Europa nei confronti di Paesi terzi in difficoltà socio-economiche, tramite azioni commerciali di privilegio, non va dimenticato che non si può sempre penalizzare l'agricoltura - evidenzia Agrinsieme - e, in particolare, le produzioni mediterranee”.