La riapertura dimezzata di ristoranti e centri commerciali
La riapertura dimezzata di ristoranti e centri commerciali
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Le riaperture di oggi, 26 aprile, non comprendono i fine settimana nei centri commerciali: lo sottolineano le associazioni del commercio, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc e Federdistribuzione.
Infatti, dal nuovo Decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, è stata eliminata la parte relativa alla riapertura anche nel week-end e nelle zone gialle, lasciando quindi invariate le misure restrittive eccezionali che riguardano shopping center e outlet, senza che sia stata data alcuna indicazione sul futuro.
Le associazioni hanno già richiesto un incontro urgente con il Presidente del consiglio, Mario Draghi, per conoscere le motivazioni di questa scelta.
“In un contesto fortemente in evoluzione – scrivono i firmatari - in cui, a partire dalle prossime settimane, si assisterà alla riapertura di numerose attività, è assolutamente necessario fornire risposte chiare ai 600.000 lavoratori dei centri commerciali e fare chiarezza sui criteri utilizzati dal Governo e dagli organismi di supporto, come il Comitato tecnico scientifico del Ministero della salute, per valutare, finalmente, il grado di rischio connesso all'apertura delle strutture di grandi dimensioni in presenza di opportuni protocolli condivisi”.
Risulta del tutto incomprensibile come gli stessi protocolli di sicurezza, che consentono ai grandi insediamenti dello shopping di restare aperti da lunedì a venerdì, non risultino adeguati nel fine settimana. Le misure avviate, concludono le associazioni, hanno fatto sì che, in tutto questo tempo, nessun caso di focolaio venisse registrato nelle 1.200 strutture presenti nel Paese.
Altro elemento critico è, di nuovo, la ristorazione.
Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi, osserva che “dopo un anno di restrizioni è necessario un supplemento di coraggio. I protocolli di sicurezza che consentono di far lavorare anche i locali che non hanno la possibilità di allestire spazi all’aperto ci sono ed è doveroso metterli in atto. Non si può discriminare ulteriormente metà dei bar e dei ristoranti del Paese, privi di spazi esterni, imponendo regole diverse per imprese dello stesso settore. Certo, anche posticipare il coprifuoco di un’ora, consentendo ai locali di fare il doppio turno la sera è importante, non tanto per ragioni di cassa, ma per favorire attraverso l’allungamento dell’orario una distribuzione più ordinata e sicura dei clienti. Per noi, dunque, la priorità è rimettere in moto anche gli esercizi senza dehor e il mondo del banqueting, bloccato da quattordici mesi. L’avanzare della campagna vaccinale e della bella stagione devono essere la spinta per andare in questa direzione. Senza questi interventi l’apertura del 26 aprile rischia di trasformarsi in una falsa partenza che aumenta diseguaglianze e rabbia”.
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