«Il 2021 ci vede pienamente soddisfatti dei risultati ottenuti in Italia. Dopo un 2020 totalmente improntato alla sperimentazione continua di modelli di vendita e servizi alternativi, adeguandoci alle norme sanitarie per tenere in sicurezza quanto più possibile le collaboratrici, i collaboratori e i clienti, abbiamo potuto riprendere il piano di investimenti sul nostro modello di business omnicanale.

«Abbiamo perseguito il percorso di sviluppo della nostra piattaforma Rent (noleggio di attrezzature sportive, ndr.) parallelamente alla creazione di ulteriori alleanze con associazioni ed enti sportivi, volte al sostegno della ripresa dello sport nel nostro Paese. Il nostro impegno, sociale e ambientale, ha ripreso a tradursi in azioni concrete alla ricerca della sostenibilità. Il 2022 ci vedrà ulteriormente impegnati nel raggiungere fisicamente i territori dove non siamo ancora presenti»: così Fulvio Matteoni, amministratore delegato di Decathlon Italia commenta i risultati del 2021.

Il fatturato ha superato 1,7 miliardi di euro – erano 1,38 nel 2020 -, con più del 13% dovuto all’online e un 11,4% di prodotti di eco-design. Bene anche per l’usato ricondizionato. I prodotti riparati sono stati 25.450 (pari all’83% dei beni considerati riparabili), mentre gli articoli ricondizionati hanno totalizzato, in volume, le 3.280 unità vendute, contro un dato di 1.174 del 2020.

Le cifre chiave hanno confermato che la filiale italiana è la seconda, per importanza, dopo quella francese.

Otto nuovi negozi hanno aperto i battenti: Trapani, Asti, Ponte nelle Alpi (Belluno), Lonato del Garda (Brescia), Venaria Reale (Torino), Roma Ostiense, Taranto e Bologna. Nella capitale emiliana ha preso il via, anche nel nostro Paese, il nuovo formato di prossimità – Decathlon city - sviluppato su una superficie di 620 metri quadrati.

Infine, dal secondo semestre, è partito il progetto Marketplace, che prevede di aumentare la quota di vendita delle terze parti.

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