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Celox contro Coop: il contenzioso finisce dopo 9 anni

Celox contro Coop: il contenzioso finisce dopo 9 anni
Celox si era rivolta all'Agcm nel 2015

Celox contro Coop: il contenzioso finisce dopo 9 anni

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Luca Salomone

Si conclude davanti al Consiglio di Stato un’annosa vicenda che ha visto coinvolte Coop Italia e, in parte, Coop Allenza 3.0.

E diciamo in parte perché questa è nata dopo, nel 2016, dalla fusione tra Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense.

Parliamo del caso di Celox trade, fornitore ortofrutticolo, e, in particolare di pere, italiane e importate, vendute anche con il marchio Coop, che, al tempo si è rivolto all’Agcm in quanto l'insieme distributivo avrebbe abusato della propria posizione di forza commerciale per imporre alla società cesenate, soggetto debole del contratto, una serie di sconti e contributi economici eccessivamente onerosi e, anche, extracontrattuali (da precisare che Celox ha rifornito le cooperative dal 1998 al 2014).

Dopo istruttoria, e con il provvedimento 25797, adunanza 22 dicembre 2015, l’Antitrust ha deciso di comminare a Coop Italia e a Centrale adriatica cinque multe, distribuite fra i due soggetti, per complessivi 49 mila euro.

Saltando a piè pari ai giorni nostri la vicenda è finita davanti al Consiglio di Stato, mentre le cooperative interessate si sono affidate alla società legale internazionale Osborne Clarke.

Ieri, 18 novembre, lo studio ha comunicato alla stampa e via Internet quanto segue.

«Coop Italia e Alleanza 3.0 hanno vinto nel giudizio davanti al Consiglio di Stato, ottenendo l’annullamento del cuore del provvedimento impugnato e, quindi, di due delle tre sanzioni irrogate dall'Agcm.

«Condividendo le difese delle appellanti in merito all'inconsistenza dell'impianto probatorio, il Consiglio di Stato ha annullato il provvedimento dell’Agcm nella parte in cui aveva accertato: che la relazione tra le Cooperative e il loro fornitore Celox fosse caratterizzata da un "significativo squilibrio di potere contrattuale" a favore delle prime; che, facendo leva su detto squilibrio, le cooperative avessero imposto condizioni contrattuali "ingiustificatamente gravose" e condizioni "extra contrattuali"». 

La sentenza, proseguono i legali, «ha confermato la correttezza della condotta di Coop Italia e Alleanza 3.0, escludendo che vi sia stata un’imposizione di condizioni contrattuali. Alla luce della documentazione in atti, il Consiglio di Stato ha sostanzialmente ritenuto che le condizioni contrattuali fossero state oggetto di una negoziazione fra le parti e che Celox fosse ‘interessata alla prosecuzione di un vantaggioso rapporto contrattuale’».

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