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Asia a tutto sounding...ma la colpa è degli italiani

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Asia a tutto sounding...ma la colpa è degli italiani

Asia a tutto sounding...ma la colpa è degli italiani

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Redazione

Difficoltà di reperimento dei prodotti Made in Italy e abbattimenti di costo, rispetto agli originali, fino al 71%, sono i fattori di successo dell’italian sounding in Asia: lo dice Assocamerestero, che ha condotto una capillare indagine attraverso le 8 camere di Hong Kong, Pechino, Seoul, Tokyo, Mumbai, Singapore, Bangkok e Ho Chi Minh City.

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Sono oltre 600 le imitazioni, o evocazioni, scoperte, mentre la categoria più colpita è quella dei condimenti, ovvero salse, sughi, oli, con il 26,8 per cento. Al secondo posto surgelati e piatti pronti (19,6%), seguiti dalla pasta (19,1) e dai lattiero-caseari (17,5).

Molteplici, come detto, i fattori che contribuiscono alla diffusione dell’italian sounding, con la difficoltà di reperimento dei prodotti autentici sui mercati esteri a costituire una causa di rilievo, che induce il consumatore locale ad affidarsi alle etichette dei prodotti di imitazione italiana.

È quanto rilevato, per esempio, in Cina per i formaggi italiani, scarsamente diffusi sul mercato locale. A fare presa diventano allora alimenti come il Parmesan, importato dagli Usa.

La riduzione di costo è un altro motivo di scelta. Tra le imitazioni più convenienti, rispetto agli originali, troviamo la pasta (-30,7% di prezzo, che diventa un -71 a Hong Kong), seguita dai surgelati (-21,6%) e condimenti (-11,9%).

Venendo alle ricette più apprezzate in Asia ci sono Ragu Pizza Sauce, una salsa al ragù in cui però la carne non è presente, il pesto a base di timo e rosmarino e ancora l’aceto balsamico di Modena… che però arriva dalla Germania.

“Le prospettive di sviluppo dell’export made in Italy e la competitività dei prodotti italiani passano inevitabilmente attraverso la consapevolezza e conoscenza del sounding - commenta Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero –. La mappatura rappresenta, dunque, un tassello importante, in quanto evidenzia come, alla base della diffusione delle imitazioni, ci sia spesso non solo una ridotta conoscenza, ma anche un problema di presenza e posizionamento del vero made in Italy”.


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