Mentre l’Italia indossa la maglia tricolore, visto che il Dpcm in uscita questa mattina, 4 novembre, la suddivide in 3 zone progressive di rischio Covid – verde, arancione e rossa – e mentre la Lombardia si appresta a entrare, quasi sicuramente, nella fascia di massimo allarme e dunque a chiudere tutte le attività non essenziali, una ricerca di Deloitte dà conto di quanto sia profonda la crisi, persino nel lusso e nelle maggiori highstreet milanesi.

I dati, che nascono dalla prima puntata del nuovo servizio di rilevazione attivato da MonteNapoleone District e Deloitte, sono, a dire poco, sconcertanti.

Il quartiere, supercentrale, dei prodotti esclusivi per antonomasia è in ginocchio: l’area che comprende le vie Montenapoleone, Sant’Andrea, Verri, Santo Spirito, Gesù, Borgospesso e Bagutta, ha visto, nel 2020, il numero dei visitatori unici calare del 57%, fino a 3,4 milioni, rispetto agli oltre 8 del 2019, nonostante alcuni significativi segni di ripresa nella Fase 2 e un discreto rimbalzo nel mese di settembre.

Le misure restrittive alla circolazione tra Paesi, imposte dai governi nazionali per contenere la diffusione del Coronavirus, hanno prodotto, nel 2020, un crollo dei visitatori stranieri del 78%: ovvero 379.308 contro 1.739.764 del 2019.

In particolare, nel confronto della provenienza dei clienti esteri nel 2019 e nel 2020, l’analisi Deloitte rileva la totale mancanza dei cinesi e un netto calo dei russi. Un dato interessante è però relativo alla durata media delle visite degli stranieri, con un aumento di circa 23 punti.