Venerdì 15 aprile si apre a Parma la nuova fiera “Cibus Tour”, fino a domenica 17, fiera B2C dedicata al grande pubblico dei consumatori.
Oltre ai top espositori (Slow Food, Confagricoltura, Aicig-Ministero dell’Agricoltura, Scuola internazionale di cucina Alma, Pianeta Nutrizione, Coop, McDonalds, Consorzio Italia del Gusto, Festival del Prosciutto di Parma, Fipe-Confcommercio, Pro.Ber Associazione produttori del biologico ed altri) ci sono centinaia di produttori provenienti da ogni regione d’Italia.
Per la prima volta saranno esposti i prodotti d’eccellenza del patrimonio alimentare nazionale, sia industriali che artigianali. “Fiere di Parma ha concepito questa nuova fiera come una sorta di marketing engagement con i consumatori – ha detto Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – per incontrare la domanda del grande pubblico. L’obiettivo è quello di fare di più sulla strada dell’eccellenza e della sostenibilità. Per competere nel mondo serve qualità, facendo leva sul patrimonio unico del ‘savoir faire’ dell’industria alimentare italiana. E il confronto con la tradizione dell’artigianato alimentare serve proprio a questo”.
Oltre ai top espositori (Slow Food, Confagricoltura, Aicig-Ministero dell’Agricoltura, Scuola internazionale di cucina Alma, Pianeta Nutrizione, Coop, McDonalds, Consorzio Italia del Gusto, Festival del Prosciutto di Parma, Fipe-Confcommercio, Pro.Ber Associazione produttori del biologico ed altri) ci sono centinaia di produttori provenienti da ogni regione d’Italia.
Per la prima volta saranno esposti i prodotti d’eccellenza del patrimonio alimentare nazionale, sia industriali che artigianali. “Fiere di Parma ha concepito questa nuova fiera come una sorta di marketing engagement con i consumatori – ha detto Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – per incontrare la domanda del grande pubblico. L’obiettivo è quello di fare di più sulla strada dell’eccellenza e della sostenibilità. Per competere nel mondo serve qualità, facendo leva sul patrimonio unico del ‘savoir faire’ dell’industria alimentare italiana. E il confronto con la tradizione dell’artigianato alimentare serve proprio a questo”.
