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Rinnovo del contratto di lavoro del commercio, sciopero a dicembre

Rinnovo del contratto di lavoro del commercio, sciopero a dicembre
Rinnovo del contratto di lavoro del commercio, sciopero a dicembre

Rinnovo del contratto di lavoro del commercio, sciopero a dicembre

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Stop agli straordinari e al lavoro domenicali se non previsto e una giornata di sciopero da tenersi in dicembre con una manifestazione nazionale.


Non sono bastati 11 mesi di negoziato per trovare un’intesa fra imprese commerciali e dei servizi e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da 4 anni e che riguarda oltre 3 milioni di addetti.
Nel dicembre 2022 le parti raggiunsero un accordo ponte sulla parte salariale: 350 euro lordi al quarto livello con riparametrazione sugli altri livelli di inquadramento. L’accordo coinvolgeva tutte le associazioni delle imprese, cooperative comprese, senza possibilità di dumping pre-contrattuale.
L’accordo però s’intendeva come un passaggio in attesa di definire la parte normativa e salariale dei contratti collettivi di settore.

Le indicazioni sindacali

Dopo quasi un anno di incontri sterili, i sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno dichiarato lo stato di agitazione e lo stop a lavoro straordinario, prestazioni domenicali per chi non vi è tenuto per previsione di contratto individuale, banca-ore e patti con clausole. Inoltre è stata indetta una giornata di sciopero in dicembre degli addetti della distribuzione moderna e cooperativa che verrà comunicata a breve.
Sono state infine avviate assemblee retribuite nei luoghi di lavoro per aggiornare sugli esiti dei negoziati con Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Lega Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital.

Dialogo fra sordi

Quali i motivi del disaccordo? I sindacati sostengono che le imprese, in via generale, non vogliono riconoscere incrementi contrattuali in linea con l’inflazione misurata con l’indice Ipca al netto dei generi energetici importati nonostante gli accordi interconfederali da loro siglati prevedano un legame funzionale fra i trattamenti economici dei lavoratori e l’indice stesso.

Dal suo canto, Federdistribuzione sostiene di aver proposto nel corso delle trattative diverse soluzioni di natura contrattuale che tenevano conto dei cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nell’organizzazione del lavoro delle imprese. Secondo Federdistribuzione, “la disponibilità al dialogo non ha incontrato nelle ultime settimane un’attitudine propositiva delle organizzazioni sindacali, sebbene le diverse sigle abbiano mostrato differenti gradi di rigidità e sensibilità”.




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