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Nel nuovo piano industriale di Scarpe&Scarpe rispetto e attenzione alla tutela di tutti i lavoratori

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Nel nuovo piano industriale di Scarpe&Scarpe rispetto e attenzione alla tutela di tutti i lavoratori

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Fabio Massi

Scarpe&Scarpe, azienda torinese che opera nel settore della vendita al dettaglio di calzature, pelletteria, abbigliamento, valigeria e accessori, si trova ad affrontare una situazione di estrema difficoltà dovuta alla crisi economica generata dall’emergenza sanitaria da Covid-19, che ha colpito in modo drammatico la distribuzione commerciale italiana, europea e mondiale.

A partire dall’11 marzo infatti, con la chiusura di tutti i punti vendita fino al 18 maggio, il lockdown ha causato un azzeramento del fatturato e dei flussi di cassa. Successivamente alla riapertura dei punti vendita, nonostante un piano promozionale senza precedenti, si è verificato –soprattutto nei punti vendita situati nei centri commerciali – un significativo calo degli ingressi che ha generato una flessione delle vendite e dei margini superiore al 25% per il mese di giugno e stimabile intorno al 35% per luglio, anche a causa della decisione del Governo di posticipare la partenza dei saldi ad agosto.

Come altre grandi realtà del settore nazionale ed internazionale colpite dalla crisi, Scarpe&Scarpe è stata costretta a ricorrere alla procedura di pre-concordato. «L’azienda sta lavorando con un team di consulenti e professionisti di calibro internazionale alla stesura di un nuovo piano industriale e finanziario che consenta di salvaguardare la rete di vendita e la continuità aziendale, nel supremo interesse dei creditori e dei lavoratori – spiega Alessandra Miriello, Direttore Generale e Chief Financial Officer di Scarpe&Scarpe –. Il tutto avverrà in un’ottica di razionalizzazione dei processi e ottimizzazione dei costi tesa alla salvaguardia della società, al ristoro dei fornitori e alla definizione di un piano di rilancio a partire dal 2021. Ovviamente la società seguirà in maniera rigorosa le disposizioni di legge, con l’obiettivo primario di tutelare il numero massimo di posti di lavoro».


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