Che sia in versione total veg o con proteine animali, semplice o elaborata, tradizionale o innovativa, la pinsa conquista gli italiani. Secondo la ricerca indetta da Pinsami, l’85% dei consumatori la conosce, tanto da portarla in tavola, in media, circa tre volte al mese e da sceglierla quando è fuori casa in due occasioni al mese.

Apprezzata soprattutto nella fascia d’età 25-45 anni, con una lieve preferenza degli uomini rispetto alle donne, viene consumata prevalentemente a cena, ma anche come aperitivo e nelle occasioni speciali. La pinsa piace in particolare per la sua leggerezza e digeribilità. Sbagliato pensare che sia eccessivamente calorica e non adatta a chi segue una dieta ipocalorica. La pinsa integrale, per esempio, apporta 205 kcal per 100 g, meno del pane integrale, mentre quella classica 226 kcal.

Specialità della cucina italiana, la pinsa è realizzata con tre farine diverse – di frumento, riso e soia – finemente lavorate per ottenere una miscela a basso contenuto di glutine, molto idratata, povera di zuccheri e senza aggiunta di grassi animali.