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La gdo unita contro il caro energia

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Marco Usai

La distribuzione moderna lancia la sua iniziativa di sensibilizzazione sul caro energia: oggi 31 agosto, alle ore 12.

0, le luci delle insegne aderenti a Federdistribuzione (che riunisce le principali realtà della distribuzione moderna in Italia), si sono ridotte sensibilmente per accendere un faro, per dirla con le parole di Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di Conad, sulla delicata questione del caro energia che sta mettendo a rischio migliaia d’imprese del settore.

Durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, con gli interventi di Lino Enrico Stoppani (Vice presidente vicario di Confcommercio), Marco Pedroni (Presidente di ANCC-COOP e Coop Italia), , Alberto Frausin (Presidente di Federdistribuzione), Donatella Prampolini (Presidente di Fida-Confcommercio) e del già citato Pugliese anche nelle vesti di Vicepresidente di Confcommercio, le imprese della distribuzione hanno fatto fronte comune lanciando un grido d’allarme al governo Draghi e alla futura maggioranza parlamentare: è necessario intervenire d’urgenza per scongiurare un autunno di chiusure e crisi sociale. Sono infatti 120mila le imprese del Terziario, secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio citati dal Stoppani, che rischiano di chiudere i battenti a causa di una bolletta energetica in alcuni casi triplicata, lasciando a casa oltre 370mila lavoratori. Una catastrofe, in termini di costi sociali, che va evitata con interventi immediati e con una nuova strategia di politica energetica europea e nazionale.

Tra le misure proposte dal mondo della distribuzione, in un documento da presentare al tavolo governativo nelle prossime ore e riassunto dalla Prampolini, un potenziamento del credito d’imposta almeno al 50% contro il 15% attualmente in auge, insufficiente a coprire rincari di oltre il 100% dei costi energetici. Necessario intervenire anche su IVA del metano per autotrazione, proseguire con l’azzeramento di oneri di sistema ed ampliare l’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022, fatto non scontato nella contrattazione di libero mercato con i fornitori di energia. Non per ultimo le imprese della distribuzione invocano un intervento sulle disposizioni in materia di riduzione del capitale per perdite e di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale, in un settore in cui la capitalizzazione è notoriamente bassa e i bilanci 2022 si prospettano in perdita: i sottoscrittori auspicano, in questo senso, un sensibile aumento dei tempi di ripianamento delle perdite e di ripristino del capitale stesso.

La chiusura del mondo della distribuzione non è un’opzione, secondo Frausin, che ribadisce il ruolo di servizio svolto dalle superfici commerciali, già in tempo di pandemia. Non per questo le aziende del commercio e della distribuzione debbono sottrarsi all’impegno di ridurre i consumi energetici: in un decalogo diffuso da Federdistribuzione gli impegni per ridurre l’impatto energetico di supermercati e grandi superfici come lo spegnimento o la riduzione d’intensità di luci e insegne, la regolazione della temperatura dell’attività commerciale, la chiusura delle porte d’ingresso e la riduzione della temperatura dell’acqua all’interno dei locali.

Con un utile medio di settore del 1,5% (dato Mediobanca 2022), il terziario non può sopportare rincari di questi portata anche secondo Pedroni, che prospetta un vertiginoso rialzo dal 1,5% al 5% del valore delle vendite dell’incidenza dell’energia sui conti economici delle aziende della distribuzione. Un settore ingiustamente categorizzato come non energivoro, nonostante un consumo medio di consumo medio di energia di 590kw/m2 sugli oltre 17 milioni di metri quadri di superfici di vendita, principalmente impiegati per mantenere la catena del freddo di prodotti freschi e surgelati. Molte aziende, soprattutto tra le più piccole, avranno conti in rosso a fine anno saranno costrette ad aumentare i prezzi al consumo aumentando l’inflazione da costi ed erodendo in maniera drastica il potere d’acquisto delle famiglie. La distribuzione, secondo il Presidente di Coop Italia, ha assorbito gran parte degli aumenti di listino imposti dall’industria dall’inizio della crisi delle materie prime, riducendo i propri margini e calmierando i prezzi a scaffale.

A conclusione del dibattito l’intervento di Pugliese, che invoca una decisa tassazione sugli extraprofitti delle imprese energetiche per recuperare fondi da destinare agli interventi sopra citati: per il manager tarantino, infatti, gli utili dei colossi dell’energia non sono frutto di particolari meriti d’impresa ma di contingenze, paragonabili alla vincita di una lotteria. La distribuzione moderna, nonostante un aumento dei fatturati, registra già un considerevole calo dei volumi: con i consumi interni che valgono il 59.7% del PIL del paese, si rende necessario un intervento immediato reperendo risorse anche dall’extra-gettito fiscale garantito dall’IVA, al 22%, proprio sui consumi energetici. Senza allargare, così, il già ampio debito pubblico.


Marco Usai

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