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Il Consorzio di tutela Patata di Bologna per l’ottimizzazione della filiera produttiva

Il Consorzio di tutela Patata di Bologna  per l’ottimizzazione della filiera produttiva
Il Consorzio di tutela Patata di Bologna per l’ottimizzazione della filiera produttiva

Il Consorzio di tutela Patata di Bologna per l’ottimizzazione della filiera produttiva

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Redazione

È giunto a conclusione il progetto “Piano di innovazione del processo produttivo Patata di Bologna dop – Pdi Dop”, sviluppato con l’obiettivo di ottimizzare ed efficientare la filiera della prima Patata Dop in Italia.

Il percorso - finanziato nell’ambito del “Psr 2014/2020, operazione 16.1.01, focus area 4B della Regione Emilia-Romagna” - ha avuto una durata di 15 mesi e ha visto il coinvolgimento del Consorzio di Tutela Patata di Bologna Dop come capofila, il Dipartimento di Agraria dell’Università di Bologna come partner scientifico, l’ente di formazione bolognese Dinamica e tre aziende socie del Consorzio.

Il percorso, iniziato nel marzo 2023, ha coinvolto più di 50 aziende nella raccolta dati sull’attuale modello produttivo, concentrandosi su temi chiave per lo sviluppo della filiera: avvicendamento colturale, tipologia di suolo, sistemi irrigui, semina/trapianto, trattamenti e resa produttiva.

Una volta acquisito un quadro delle pratiche e dei terreni del consorzio, è iniziata la fase sperimentale in campo, con il coinvolgimento di tre aziende agricole partner (Pirazzoli, Pelliconi, Gaddoni) che hanno implementato, insieme all’Università e al Consorzio, diverse tecniche innovative per il controllo fitopatologico della patata.

«I dati raccolti ci hanno fornito importanti indicazioni per definire un modello di best practices da integrare nella filiera produttiva della Patata di Bologna Dop – afferma il presidente del Consorzio Davide Martelli –. Per noi si tratta solo di un primo passo in un percorso a lungo termine, che intendiamo proseguire osservando almeno tre campagne di studio, attraverso un nuovo progetto da attuare su un arco temporale di 36 mesi. Con una maggiore consapevolezza, data dall’esperienza del primo progetto, l’obiettivo sarà quello di supportare i nostri produttori nell’affrontare le problematiche in campo, aumentando le rese e il livello qualitativo di un prodotto che rappresenta un unicum per il territorio bolognese».


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