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Icam, il dolce del business

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Emanuele Scarci

Emanuele Scarci

Quest’anno la società comasca Icam toccherà la boa dei 200 milioni di euro di ricavi.

“Ma la sfida è la marginalità - precisa Giovanni Agostoni, direttore marketing e membro della famiglia proprietaria del gruppo dolciario -. Stiamo vivendo una situazione paradossale: i consumi non danno segni di flessione. Quello che perde il canale retail transita a quello professionale che vive una ripresa clamorosa. Il problema sono i margini: quest’anno probabilmente si dimezzerà il Mol”. Quali i motivi? “Il costo delle materie prime e soprattutto dell’energia: le bollette sono aumentate da 5 a 10 volte.

Abbiamo alzato i nostri listini, ma una parte degli aumenti dei costi abbiamo dovuto tenerla in pancia”. Nel 2021 Icam ha realizzato ricavi per 188,2 milioni (173 l’esercizio precedente), un utile operativo di 13,8 milioni e un utile netto di 9,5 milioni. Il 60% del fatturato è realizzato all’estero. Nel 2010 la società lombarda fatturava appena 85 milioni. Dal 2018 Borsa Italiana ha inserito Icam nel programma Elite, cioè il percorso per la formazione e il tutoring delle imprese che vogliono intraprendere un percorso di sviluppo organizzativo e manageriale.

Estero trainante

L’anno scorso l’azienda ha lavorato 25 mila tonnellate di fave di cacao (+4% rispetto al 2020) che hanno raggiunto per il 60% il mercato estero (69 paesi) e per il 40% del mercato italiano. Le tre principali aree di business comprendono i prodotti a marchio dell’azienda (Vanini, Agostoni e Icam professional), che primeggiano con il 42% dei ricavi, quelli in private label presenti in numerose insegne della grande distribuzione italiana ed estera con il 40% e, infine, i prodotti semilavorati forniti all’industria dolciaria con il 18%.

Icam ha una capacità produttiva di 35mila tonnellate di cioccolato l’anno, 140 al giorno. Il 65% del cioccolato prodotto è biologico e/o Fairtrade.

Cioccolato bio

“I mercati esteri - aggiunge Agostoni - sono grandi consumatori di cioccolato biologico. Tuttora in crescita. In Italia invece è rimasta ancora una nicchia. Abbiamo una fascia di consumatori sensibile alla logica del prezzo e un’altra che guarda a logica di filiera, trasparenza e credibilità. A molti piace sperimentare il cioccolato fondente in purezza, al 70, 80 e 90% di cacao: la fascia premium. In quest’ultima il cioccolato al latte è una mosca bianca”.

Quali i prossimi obiettivi di Icam in un mercato oramai maturo? “In occidente siamo praticamente dappertutto - conclude Agostoni -. Ora puntiamo a Oriente, dove vivono 2 miliardi di persone e il nostro fatturato è di appena il 2%. A Oriente conoscono poco il cioccolato, ma c’è tanta voglia di imitare i modelli di consumo occidentali”

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