Il Gruppo Mutti chiude l’anno 2022 con un fatturato complessivo di 563 milioni di euro, registrando una crescita del 16% rispetto al 2021. Un successo accompagnato anche dalla messa a punto di investimenti industriali per 32 milioni di euro, destinati a interventi e attività ulteriormente migliorative degli indici di qualità, efficienza e sicurezza del Gruppo.

La leadership consolidata di Mutti nel mercato dei derivati del pomodoro in Italia e in Europa è testimoniata da una fetta di mercato pari al 33,7% in Italia - la somma delle quote di mercato dei 3 competitor più forti non arriva a coprire la quota di Mutti - e del 15% in Europa.

Rispetto al 2021, particolare importanza assume l’export: per la prima volta, infatti, la quota di fatturato registrata all’estero, pari al 51% ed equivalente a 286 milioni di euro, supera quella ottenuta in Italia, pari al 49% e a 277 milioni di euro.

Anche la quota a volume, che ammonta a un totale di 335 mila tonnellate, segue e consolida il trend vedendo un aumento di tonnellate vendute all’estero, pari a 190,4 mila, rispetto alle 144,6 mila vendute in Italia.

Sono 7 i Paesi in Europa in cui Mutti oggi è leader di mercato: Francia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Slovenia e Italia. In Germania, mercato in cui l’azienda ha aperto la sua quinta filiale nel gennaio 2022, si consolida come seconda marca. Fuori dal perimetro europeo, invece, prosegue la crescita in Australia e USA.

Il 2022 è stato un anno segnato dall’aumento dei costi dell’energia elettrica, del gas e delle materie prime, variabili esterne non controllabili che hanno significativamente e inevitabilmente impattato l’azienda e l’intera filiera, soprattutto se si considera che il picco del costo dell’energia è avvenuto in estate, il periodo dell’anno di massima attività per Mutti in cui avviene la campagna di trasformazione del pomodoro e in cui i macchinari sono attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Rispetto all’anno precedente, il costo dell’energia è aumentato del 147% e quello del gas del 217%, al netto dei significativi contributi governativi ricevuti, mentre vetro e latta, materiali utilizzati dall’azienda per il packaging, sono aumentati rispettivamente per oltre il 40% e oltre il 60%. A fronte di ciò, grazie all’impegno costante dell’azienda a scaricare il meno possibile sul consumatore finale i suddetti costi, c’è stato solo un lieve ma necessario aumento dei prezzi a scaffale – pari a poche decine di centesimi di euro - che ha portato inevitabilmente a una penalizzazione a livello di volumi prodotti.

Il calo dell’Ebitda 2022 di Mutti, pari a 44,7 milioni di euro (-7% rispetto al 2021) e della posizione finanziaria netta (Pnf), che si attesta a -123 milioni di euro, sono il risultato degli aumenti di costi che l’azienda ha dovuto sostenere nel corso dell’anno.