di Emanuele Scarci

Sospiro di sollievo per Esselunga. La macchina non si è inceppata, ma dovrà recuperare molto prima di ritornare a pieni giri. Nel primo semestre del 2023 il gruppo Esselunga ha realizzato vendite per 4,638 miliardi di euro, con una crescita del 7,3% rispetto all’analogo periodo del 2022. Il Margine operativo lordo è di 358,5 milioni, in netta ripresa rispetto all’anno scorso quando si era assestato a 214,6 milioni in seguito alla campagna tagliaprezzi “Il carovita sale, noi abbassiamo i prezzi”, avviata l’11 novembre 2021 e conclusa il 30 aprile 2022. Tuttavia il Mol è inferiore di 21 milioni rispetto al 2019. E soprattutto l’incidenza sul fatturato è calata dal 9,4% al 7,7%. Comunque molto superiore rispetto al 4,5% della media dei retailer italiani nel 2022.
Lo stesso discorso vale per l’utile operativo che è stato nel semestre di 112,8 milioni, rispetto a 30,7 milioni dell’esercizio precedente, ma la metà del 2019. L’utile netto ammonta a 53,5 milioni (2,7 milioni l’anno scorso), un terzo rispetto al pre-pandemia.

Il sequestro

La Posizione finanziaria netta corretta (senza il leasing e il credit Fidaty) del retailer lombardo è negativa per 1.680,2 milioni, 193 milioni in più del primo semestre 2022. Il dato di quest’anno rispente anche del sequestro disposto il 22 giugno 2023 dalla Procura di Milano per 47,8 milioni. L’azienda ha pagato, tramite dichiarazione integrativa, la stessa cifra per Iva, sanzioni e oneri finanziari relativamente agli anni dal 2016 al 2022.

Esselunga sottolinea che nel semestre i prezzi a scaffale hanno registrato un incremento medio del 9,8%, a fronte di aumenti medi dei listini dai fornitori pari al 10,5%. È stata mantenuta la convenienza relativa nei prezzi di vendita con 0,8 punti percentuali sotto la media della Trading area e con 0,8 punti percentuali sotto la media del mercato nazionale (fonte Nrps Nielsen).
Nel semestre la poderosa macchina di Esselunga ha investito 177,3 milioni e ha aperto i negozi di Albenga e Genova San Benigno.

Rimborso bond

In agenda, per ottobre Esselunga ha il rimborso di un eurobond da 500 milioni di euro, su cui però non ha fornito particolari su come intenda affrontare la scadenza: con l’emissione di un altro prestito obbligazionario o ricorrendo a un finanziamento bancario?

Entrambe le scelte comporteranno per Esselunga un costo del debito più salato del 2017 quando il retailer (nell’era della politica dei tassi prossimi allo zero) collocò due eurobond, del valore nominale di 500 milioni ciascuno, di cui il primo con un rendimento effettivo a scadenza di appena 0,99%. L’altro eurobond ha un rendimento dell’1,9% e scadrà nell’ottobre del 2027.

L'emissione dei due prestiti obbligazionari servì al retailer lombardo per rimborsare il pool di banche che finanziò il riacquisto del 67% della società Villata (custodisce gli asset immobiliari della società) dalle mani di Marina, Giuseppe e Violetta Caprotti, eredi del fondatore Bernardo scomparso un anno prima.