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Esselunga

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Redazione
Nessuna diffamazione, ma "concorrenza sleale denigratoria" verso Coop Liguria. E' questa la sentenza cui è giunto il Tribunale di Milano nella querelle tra Coop ed Esselunga, a seguito delle accuse mosse nel 2008 da Bernardo Caprotti nel pamphlet Falce e carrello.

Il gruppo ligure intentò immediatamente un'azione legale contro Esselunga e Caprotti, sia per diffamazione di Coop Liguria e del suo presidente di allora, Bruno Cordazzo, che per concorrenza sleale. A distanza di due anni arriva la sentenza che dà ragione solo in parte a Coop Liguria, riconoscendo comunque a Esselunga la colpa di avere «interposto tra i consumatori e i fatti un proprio messaggio denigrante e suggestivo dell'operato di Coop Liguria».

La pena per Esselunga consiste nel pagamento del danno non patrimoniale, quantificato in 50mila euro (che Coop Liguria ha dichiarato di voler devolvere all'Ospedale pediatrico Gaslini di Genova) e nella pubblicazione a proprie spese della sentenza di condanna sul Corriere della Sera e su Repubblica.
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