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Crescita lunga per Caffè Borbone, ma l'impennata dei costi riduce i margini

Crescita lunga per Caffè Borbone, ma l'impennata dei costi riduce i margini
Crescita lunga per Caffè Borbone, ma l'impennata dei costi riduce i margini

Crescita lunga per Caffè Borbone, ma l'impennata dei costi riduce i margini

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Per Caffè Borbone crescita lunga, ma la corsa delle materie prime e dell'energia erode i margini.

Nel 2022 la società napoletana ha realizzato ricavi per 262,7 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto al 2021, ma l’Ebitda è scivolato da 83 a 68,5 milioni. In percentuale sul fatturato dal 33 al 26%, 7 punti in meno. Nonostante tutto la marginalità di Caffè Borbone rimane su livelli molto elevati.
Dal 2018 la torrefazione di Caivano è controllata per il 60% da Italmobiliare, la finanziaria della famiglia Pesenti, che rilevò il pacchetto per 140 milioni dal fondatore Massimo Renda (detiene il restante 40%).

Traina il monoporzionato
Nel 2022, secondo Iri, le vendite di caffè nel canale della distribuzione moderna sono arrivare a 1,6 miliardi, in crescita del 5% a valore e in calo del 3,5% a volume. Guadagna quote il caffè monoporzionato, realizzate a spese del caffè preparato con la tradizionale moka; buona la tenuta del caffè solubile ma svetta con il +28% a volume la cialda di carta che vale oltre 100 milioni. Il terzetto Lavazza, Nestlé-Nespresso e Caffè Borbone si ritaglia una fetta del mercato del caffè del 43%. Le marche del distributore sono attestate al 19,4%.

Renda dichiara che nel business del monoporzionato nel canale della grande distribuzione, Caffè Borbone detiene una ponderata del 71% con una forte presenza nelle cialde di carta. “Nei fatti - sottolinea Renda - dopo la parentesi del lockdown, sta tornando prepotentemente all’attenzione il tema della sostenibilità che nel caffè monoporzionato significa cialde di carta compostabili. Le capsule di plastica e di alluminio, infatti, hanno un impatto ambientale importante se non ben gestite dopo l’uso e riteniamo che la Ue entro il 2026 porrà dei limiti a tutto ciò che non è riciclabile”.

Nord nel mirino
Nel canale della gdo, Caffè Borbone cresce ma è meno presente nelle aree 1 e 2 ed è assente, per esempio, da Esselunga. “Al Nord siamo in crescita da anni - sottolinea l’imprenditore napoletano - ed Esselunga è un player importante e prestigioso. Speriamo di riuscire a superare gli ultimi paletti a stretto giro per allargare la nostra distribuzione anche nei loro punti vendita. E pur senza Esselunga, Nielsen nel comparto caffè in generale ci assegna la terza posizione come brand, dopo le private label e Lavazza”.
La crescita di Caffè Borbone continua e ha avviato un investimento di 13,5 milioni per l’ampliamento dello stabilimento di Caivano. A che punto è? “La costruzione e il magazzino sono stati completati - precisa Renda -. Manca solo l’ultimo tassello: a maggio sarà installato il sistema di silos automatici che ci permetterà di crescere in dimensioni e complessità senza rinunciare alla cosa a cui teniamo di più, la qualità del caffè in tazza che garantiamo per ogni nostra monoporzione: ne produciamo quasi 3 miliardi. Inoltre abbiamo acquistato un terreno attiguo al nostro stabilimento (25 mila mq coperti) qualora in futuro fosse necessario ricorrere a un ampliamento”.

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