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Consorzio oliveti d’Italia: boom della cultivar Favolosa

Consorzio oliveti d’Italia: boom della cultivar Favolosa
Consorzio oliveti d’Italia: boom della cultivar Favolosa

Consorzio oliveti d’Italia: boom della cultivar Favolosa

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Redazione

È boom della Favolosa per gli olivicoltori italiani: nel periodo 2017-2020 sono state vendute quasi 1,3 milioni di piante.

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Su quasi 800mila c’è la firma del Consorzio oliveti d’Italia che con i suoi tecnici specializzati ha predisposto un modello agronomico, adottato da oltre 500 imprenditori lungo lo Stivale, basato su qualità, investimenti e costi di gestione contenuti, reddito certo per le aziende.

La cultivar Favolosa, italiana al 100% e certificata nel 1988 dal Cnr, rappresenta un percorso razionale, sostenibile e conveniente adattabile a ogni sistema produttivo in tutta Italia in base alla localizzazione del terreno, alle sue caratteristiche e alle dimensioni aziendali.

La pianta inizia a dare frutti già al secondo anno di piantagione (10%) e l’evoluzione rapida di incremento produttivo porta la produzione al 50% nel terzo anno (60 quintali), 80% nel quarto anno (96 quintali) e 100% dal quinto anno in poi.

La Favolosa non soffre della ciclicità produttiva degli impianti tradizionali e, a regime, arriva a produrre in media 120 quintali di olive per ettaro, da raccogliere a inizio ottobre, per regalare un olio extravergine d’oliva eccellente, dal fruttato medio intenso, con il piccante che prevale sull’amaro e un alto contenuto di polifenoli.

Secondo il modello predisposto dal Consorzio oliveti d’Italia, ipotizzando la piantumazione su un ettaro di 800 piante a sesto 5 x 2,5 Nord-Sud, l’investimento complessivo previsto ammonterebbe a poco più di 7300 euro suddivisi tra lavorazione del terreno, concimazione di fondo e livellamento (1000 euro), acquisto delle piante, pali, tiranti, basi in calcestruzzo, tutore e piantumazione (circa 4800 euro), sistema di irrigazione (1500 euro circa).

I costi per la manutenzione e la gestione dell’impianto si aggirerebbero attorno a 1000 euro per i primi due anni, per poi salire lentamente fino ai circa 1650 euro dal quinto anno in poi comprendendo manodopera e raccolta meccanizzata con apposita scavallatrice che impiega circa 2 ore ad ettaro.

Calcolando la vendita di olive prodotte ad un costo medio di 70 euro al quintale, media dei prezzi registrati negli ultimi 5 anni, l’investimento complessivo, compreso delle spese di gestione, produrrebbe utili già a partire dal quarto anno di produzione dell’impianto.

Per chi punta sulla commercializzazione dell’olio, molto accattivante per i gusti dei consumatori, i guadagni potrebbero arrivare anche molto prima.


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