Confcommercio: a picco il dettaglio tradizionale
Confcommercio: a picco il dettaglio tradizionale
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Secondo il "Rapporto sulle economie territoriali e il terziario di mercato" realizzato dall'Ufficio Studi Confcommercio "il 2012 dovrebbe presentare la peggiore variazione negativa della spesa reale pro capite della storia della Repubblica (oltre il -3%)". Il calo dei consumi sembra colpire soprattutto il dettaglio tradizionale. Nel 2011, infatti, si è registrata una diminuzione dello 0,1 per cento nel numero dei piccoli esercizi al dettaglio, giunti a quota 757mila unità. In decrescita anche il giro d'affari del cosiddetto normal trade: (-2,6% nei primi sei mesi del 2012). In controtendenza appare la grande distribuzione, con un modesto incremento (+0,1 per cento), dove a far meglio sono i discount (con un incremento delle vendite dell'1,8 per cento) e dei supermercati (+1,4 per cento). Tra le regioni dove si evidenzia la maggiore emorragia di piccoli negozi - si legge in una nota di Confcommercio - appaiono Molise (-1,9 per cento), Friuli Venezia Giulia (-1,1 per cento) e Liguria (-0,9 per cento). Gli effetti della forte e duratura contrazione della domanda si stanno traducendo anche in un mutamento radicale delle quote di mercato, a detrimento dei negozi tradizionali e a favore del discount che ha raggiunto una quota di mercato, in termini di fatturato, pari a circa il 10% sul totale dei consumi alimentari, delle spese per la persona e del chimico casa.
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