Conad pronta a cedere il 46% di Bdc Italia. Sale al 25% la quota nella centrale europea Agecore
Conad pronta a cedere il 46% di Bdc Italia. Sale al 25% la quota nella centrale europea Agecore
- Information
di Emanuele Scarci
Conad pronta a cedere il 46% di Bdc Italia, la società veicolo utilizzata per acquisire la totalità di Auchan Italia.
Il Consorzio dei dettaglianti ha inoltre aumentato la
quota nella centrale europea AgeCore dal 16,7% al 25% e ha rilevato il 25% di
Stombass, società milanese specializzata in eventi fieristici.
Bdc Italia è stata costituita nel 2019 e Conad ne ha acquisito il 51%. Il restante
49% è stato rilevato dal finanziere-immobiliarista Raffaele Mincione attraverso
il fondo di private equity Wrm.
Negli ultimi 3 anni, Conad, tra integrazioni di pdv e cessioni di reti, centri
logistici e sedi, ha sostanzialmente sciolto il nodo Auchan ma ora deve
rispettare le pattuizioni contrattuali fra soci che prevedono l’obbligo della
cessione della quota in portafoglio all’azienda guidata dal ceo Francesco
Pugliese e dal presidente Claudio Alibrandi. Dall’azienda confermano che
Margherita Distribuzione - che ha gestito la transizione degli asset ex Auchan
- dovrebbe chiudere a fine anno.
Conad però manterrà una partecipazione del 5%. Il valore di carico di Bdc
Italia è di 1,53 milioni; nel complesso, la controllata ha registrato perdite di
esercizio per 4,2 milioni. Il Consorzio vanta anche un credito infruttifero di
3,2 milioni.
Sul fronte estero, la quota supplementare (l’8,3%) della centrale di
acquisto internazionale Agecore è costata 407 mila euro. Lo scorso giugno, Pugliese
è stato nominato presidente della centrale che associa anche Coop Suisse,
Kolruyt e Eroski. Sul versante italiano, il 25% di
Stombass ha richiesto un esborso di circa 400 mila euro. Nel 2021 l’azienda
fieristica milanese ha fatturato 490 mila euro (-70%) con un utile di 157mila
euro (-83%). La missione di Stombass, dicono da Conad, è quella di gestire la
partecipazione (insieme a Federdistribuzione e Coop) alla manifestazione bolognese
Marca.
E il
business va
Nel 2021 la galassia
della Margherita (3.332 pdv) ha realizzato vendite al consumo per 17 miliardi
(+6,5%). Il compito del Consorzio è duplice: stipulare contratti con i
produttori per conto delle 5 cooperative che effettuano successivamente gli
acquisti; negoziare contratti per prodotti a marchio venduti direttamente ai
soci. Il giro d’affari 2021 verso le cooperative è stato di 8,2 miliardi al netto
dell’Iva (+5,6%), di cui 1,9 miliardi di prodotto a marchio. Altri 600 milioni
sono riferibili al gruppo Finiper che ha conferito a Conad un mandato. L’ultimo bilancio del Consorzio è stato approvato all’unanimità, con 29 voti favorevoli su altrettanti disponibili.
Il Consorzio Conad ha sostenuto costi di personale complessivi per 23,9 milioni
(+3,7 milioni) per i suoi 254 addetti, pari a una media aritmetica di 94 mila
euro pro-capite. Si tratta di 15 dirigenti, 90 quadri e 149 impiegati.
Nel 2020 Conad ha rivalutato il brand per 60 milioni. E l’anno scorso ha pagato
all’erario la prima delle tre rate dell’imposta sostituiva che vale
complessivamente 1,8 milioni. Inoltre ha contratto un finanziamento da Bper per
30 milioni, pur disponendo di liquidità per 29 milioni.
Pioggia di compensi
L’anno
scorso il Consorzio dei dettaglianti ha incassato per il piano promozionale
nazionale dell’industria di marca oltre 91 milioni che salgono a 118 milioni
(+9%) sommando tutti i ricavi da fornitori per compensi sedi e varie voci. Dai
fornitori di Mdd ha introitato 33,3 milioni di premi su 1,8 miliardi di acquisti.
Fra le altre voci, Nielsen ha versato 400 mila euro per il “Progetto scanner”.
Nella colonna delle uscite, Conad ha investito in comunicazione, pubblicità e marketing 34,8 milioni. Nel conto rientrano anche il magazine “Bene Insieme” (10 numeri l’anno), costato 1,7 milioni, e il bimestrale del Consorzio Conad “Comma” che ha richiesto 350 mila euro.
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