Agrifuture: l’innovazione sostenibile in agricoltura fa la differenza
Agrifuture: l’innovazione sostenibile in agricoltura fa la differenza
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Secondo il report elaborato dall’Ersaf (Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste Lombardia), le pratiche di agricoltura conservativa e precision farming implementate nell’azienda agricola sperimentale Agrifuture hanno ridotto di oltre 2 tonnellate equivalenti le emissioni annue di anidride carbonica per ettaro: una quantità pari alla CO2 prodotta da 42 viaggi in auto da Milano a Roma.
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Fondata da Giorgio Rossi, Presidente di MartinoRossi, allo scopo di fare ricerca testando in campo varietà, tecnologie e pratiche agronomiche innovative finalizzate a ottenere produzioni agricole sempre più sostenibili e di alta qualità, Agrifuture si estende per 30 ettari a ridosso della sede centrale di MartinoRossi nelle campagne di Malagnino (Cr).
Da qualche anno, inoltre, il credito acquisito dall’approccio rigoroso e coerente di MartinoRossi alla sostenibilità in agricoltura ha convinto alcune delle più note aziende alimentari italiane a divenire partner del progetto Agrifuture per lo svolgimento di sperimentazioni che riguardano aspetti rilevanti per la sostenibilità dei loro prodotti.
MartinoRossi ha presentato di recente ad alcuni dei suoi partner dell’industria alimentare e della ristorazione i risultati raggiunti in seguito alle attività svolte negli appezzamenti sperimentali di Agrifuture.
Nel caso di Fiorentini e Polenta Valsugana, durante la stagione 2023 dal mais coltivato in due distinte porzioni di 2 e 2,5 ettari sono state ricavate rispettivamente 12 tonnellate di grits di mais e 12 tonnellate di farina di mais. Il risparmio in termini di minori emissioni di anidride carbonica rispetto ai metodi convenzionali di coltivazione è stato del 72% nel primo caso e del 64% nel secondo.
Non da meno i risultati raggiunti negli ettari dedicati a Miscusi per la coltivazione del sorgo per la produzione del nuovo fusillo introdotto nei loro ristoranti: il sorgo coltivato in consociazione con due leguminose ha fatto registrare una riduzione di oltre il 70% nelle emissioni di CO2 e del 90% nei consumi idrici rispetto al frumento coltivato in modo convenzionale.
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