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Lo sprint dell’ortofrutta

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Lo sprint dell’ortofrutta

Lo sprint dell’ortofrutta

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Redazione
Sarà forse per l’incerto andamento climatico, con le inevitabili ripercussioni sulla qualità e quantità dei raccolti di numerose colture. O forse anche per una tensione sui listini che attiene più il campo della speculazione. Difficile a dirsi. Quello che è certo, è che lo scorso anno il valore degli acquisti di ortofrutta da parte delle famiglie italiane ha registrato una crescita di oltre il 10%, superando i 12,3 miliardi di euro. A “non tornare” sono le quantità di frutta e verdura comprate nel corso dell’anno dai nostri connazionali, aumentate sensibilmente di meno: il 3%.

Il trend generale
I dati dell’Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane di Cesena Fiera, redatto da Iha-Gfk, indicano in effetti che le famiglie italiane, nel 2006, hanno acquistato ortofrutta fresca per quasi 8,2 milioni di tonnellate (contro i 7,9 milioni del 2005). Si tratta sicuramente di un dato positivo. Innanzitutto perché si ritorna sopra la soglia psicologica degli 8 milioni di tonnellate. In secondo luogo perché il risultato appare ancor più significativo se si pensa che è in aumento il numero dei pasti fuori casa.

In aumento la spesa media
Si è assistito di fatto a una vera e propria inversione di tendenza rispetto all’ultimo quinquennio. Mettendo a confronto le medie annuali degli acquisti in quantità ci si accorge infatti che in 5 anni ogni nucleo familiare italiano ha acquistato 82 chilogrammi di ortofrutta fresca in meno (media), passando dai 451 kg del 2001 ai 367 kg del 2005. Nel 2006, grazie a un incremento del 2,9%, la media degli acquisti in volume è risalita a 378,6 kg per nucleo. In termini di spesa media, la variazione del 2006 (+10,1%) ha fatto invece salire l’acquisto per nucleo da 516,5 a 565,7 euro all’anno.

Verdure e ortaggi
Non tutte le categorie merceologiche hanno peraltro registrato le medesime performance. Se si confrontano i dati 2005 e 2006, ci si accorge che il mercato delle verdure passa da 3,5 a 3,7 milioni di tonnellate (+3,3%), pari a una spesa di oltre 6,7 miliardi (contro i 5,8 del 2005, con un incremento del 14,7%). L’indice di penetrazione della categoria nelle famiglie italiane si è mantenuto costante: 99,9% nell’ultimo biennio. L’acquisto medio annuo per nucleo passa da 166,2 a 171,7 kg, con un incremento del +3,3% e la spesa media annuale della famiglia raggiunge nel 2006 quota 291,8 euro (+14,8% sui 254,2 del 2005).

Le patate le più gettonate
Rispetto al 2005, la borsa della spesa familiare nel 2006 si è riempita più di insalate (quella belga, per esempio, con 18mila tonnellate, segna un +24%; mentre le insalate in genere, con oltre 143mila tonnellate, sono al +14,8%). I carciofi aumentano del +13,8%. La patata, nonostante un incremento dello 0,7%, rimane l’ortaggio più acquistato. A tallonarlo vi è il pomodoro, con 581mila tonnellate (+1,3%). Una flessione di acquisto nel 2006 ha riguardato solo gli spinaci (-1,1%) e le bietole (-1,5%).

La frutta fresca
Il volume della frutta fresca acquistata dai nuclei familiari nel 2006 è superiore a quello degli ortaggi: 4,4 milioni di tonnellate (+2,7%). Minore però è la spesa: “solo” 5,5 miliardi di euro (in crescita del 5,2% sul 2005). Nel mercato della frutta si è avuto un leggerissimo incremento delle famiglie acquirenti, che con un +0,1% sono diventate il 99,9% del totale. L’acquisto medio annuale è aumentato del +2,6% (da 202 a 207,2 kg) e la spesa media per l’anno 2006, con 275,9 euro fa registrare un +5,6% rispetto ai 262,3 del 2005.

Mele superstar
Esaminando le varie voci che compongono i consumi delle famiglie, ci si accorge che fra la frutta fresca al primo posto negli acquisti rimangono anche nel 2006 le mele (865.400 tonnellate, +1,7% rispetto al 2005) davanti alle arance (626.400 tonnellate, +2,3% sul 2005) e alle banane (455.400 tonnellate, +3,2% sul 2005). Rispetto all’anno precedente, il 2006 ha segnato un calo negli acquisti solo per angurie (-1,1%) mandarini (-1,2%) e pompelmi (-5,3%). Boom invece per i frutti di bosco (+55%). Buona infine la performance per mandarini e clementini (che con un +6,7% raggiungono 242.400 tonnellate) e per le pesche, che si attestano a 264.500 tonnellate (+2,8% sul 2005).

La canalizzazione
Cresce in modo costante il peso della distribuzione moderna tra i canali attraverso i quali le famiglie italiane effettuano i loro acquisti. Dopo il superamento del 40% della quota di mercato della spesa di ortofrutta, raggiunto nel 2005, lo scorso anno ha visto un robusto consolidamento del canale della gdo (la quota ha raggiunto il 41,4%). Un risultato va valorizzato ancor di più se lo si valuta alla luce della “anomalia” tutta italiana della ancora forte incidenza del normal trade. Ambulantato e mercati rionali, infatti, nonostante una lenta ma costante erosione, mantengono sempre oltre il 30% dei volumi commercializzati. Rilevante è anche la quota di mercato dei negozi specializzati: dai fruttivendoli passa il 18,4% dei prodotti (era il 18,6% nel 2005). Buoo, infine, il risultato dei discount, la cui quota sfiora ormai il 6% (5,3% nel 2005).

I prodotti bio
L’Italia si conferma il maggior esportatore di prodotti biologici dell’Unione europea, con risultati assai positivi, soprattutto in Germania. Purtroppo, in generale, il mercato interno appare statico, pressoché simile ai livelli del 2004, con un calo nella distribuzione moderna, stasi nei negozi specializzati e crescita solo nelle mense scolastiche. Il volume di affari del bio italiano viene stimato in 1.750 milioni di euro. L’ortofrutticoltura è una parte importante del biologico. A fronte di un’incidenza per superfici dell’8% (formato dal 5% di frutticole, 1,7% di agrumi e 1,3% di orticole) del totale italiano delle coltivazioni bio, raggiunge in fatturato almeno il 20%.

L’import-export
I dati di Aneioa (l’Associazione Nazionale Esportatori Importatori Ortofrutticoli ed Agrumai) confermano per il 2006 i positivi segnali dell’anno precedente. Il saldo attivo (cioè il bilancio fra export ed import di ortofrutta, che per l’Italia si mantiene positivo da molti anni) è aumentato infatti del 20,3%, passando da 533,4 milioni di euro del 2005 ai 641,9 del 2006. A fronte delle buone performance dei prodotti esportati, le importazioni, pur crescendo in volume, hanno infatti registrato solo un leggerissimo incremento in valore. Le esportazioni, in particolare, hanno sfiorato quasi 3,5 milioni di tonnellate di ortofrutta (-1,4% sul 2005) per un fatturato di 2,9 miliardi di euro (+3,8% sul 2005). Le importazioni si attestano invece sui 2,8 milioni di tonnellate (+1,2% sul 2005) pari ad un esborso all’estero di 2,3 miliardi di euro (+0,1% sul 2005).
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