Gli italiani continuano a preferire lo spumante. Le bollicine nazionali riprendono a crescere dopo anni piuttosto travagliati, soprattutto rispetto allo champagne che, secondo i dati forniti da SymphonyIri relativi all’anno terminante a febbraio 2011, perde il 5,4% a valore (circa 49,9 milioni di euro) e addirittura il 6,2% a volume, per un totale di 1,393 milioni di litri venduti. Il comparto degli spumanti, al contrario, prosegue nella crescita, come conferma l’analisi di Paola Visconti, marketing manager di Fratelli Gancia. Se guardiamo ai primi quattro mesi di quest’anno, anche grazie alle buone performance del periodo pasquale, si registra un +3,2% di unità vendute rispetto al 2010, per un segmento che vale poco più di 272 milioni di euro. A trainare il mercato sono gli Charmat Secchi con un trend positivo pari al +5,7%, mentre Prosecco e Muller Thurgau si confermano come vitigni preferiti durante gli atti d’acquisto. In contrazione, invece, gli Charmat Dolci, con un meno 1 per cento. L’Asti perde l’1,8% a volume, mentre fa registrare un +4,4% il segmento degli “altri dolci”. Il Metodo Classico, infine, inizia positivamente il 2011 con incremento nei primi quattro mesi dell’anno del 4,7%, ottenuto anche grazie a una crescita promozionale del 6,5 per cento.

Attenzione al prezzo
“L’andamento in questo primo scorcio di 2011 è positivo – commenta Antonio Giacobazzi, Presidente di Donelli Vini -, se consideriamo i volumi. In termini di valore, a causa della crisi da cui l’economia sta uscendo soltanto ora, il trend più evidente è rappresentato dal contenimento dei costi: i consumatori tendono a premiare i brand che già conoscono e a scegliere etichette che rientrano nella fascia mediana. A determinare il successo è il rapporto qualità-prezzo”. Una dinamica questa, a cui si aggiunge anche un innalzamento del costo delle materie prime che ha ridotto i margini di guadagno delle aziende. “Nei primi mesi di quest'anno – sottolinea Paolo Zampieri, Direttore Commerciale Valdo Spumanti –, tale aumento ha orientato i nostri obiettivi sul consolidamento di quanto realizzato nei primi quattro mesi dell'anno scorso, in attesa di attuare le politiche di sviluppo nel secondo semestre. Il mercato nazionale non registra sostanziali incrementi di consumo e questo a scapito di una stressante competitività. L'estero, tuttavia, rappresenta per il mercato un'ottima valvola di sviluppo, tant'è che il Prosecco registra indici di esportazione nazionale di oltre il 20%”.

Tiene la gdo
Se la prima parte del 2011 fa registrare dati incoraggianti, il 2010 è stato però un anno difficile, segnato da un significativo calo di consumi, che ha avuto il suo momento peggiore durante il periodo natalizio, soprattutto per i prodotti da ricorrenza. “La gdo è riuscita a limitare le perdite nel suo complesso – spiega ancora Paola Visconti –, grazie a una politica promozionale molto aggressiva e un reinvestimento nella rivitalizzazione dei punti di vendita, piuttosto che nell'espansione della rete. Il canale discount rimane importantissimo nel largo consumo, ma non si è registrata la crescita che ci si aspettava in un anno di crisi, questo anche grazie al riposizionamento verso il basso e alla deflazione che si è registrata in grande distribuzione. Il canale tradizionale è quello che ha sofferto di più: calo dei consumi, problemi di credito e riduzione degli stock sono i fattori principali di tale performance”. Il comparto nel suo complesso è peraltro piuttosto parcellizzato, visto che, come testimoniano i dati SymphonyIri, i primi tre produttori (Berlucchi, Ferrari e Martini&Rossi) coprono appena il 30% del mercato, con un’incidenza minima dei marchi privati (2,7%).

Cambiano i comportamenti
Alla base della buona performance fatta segnare dalla distribuzione, c’è anche un mutamento nelle abitudini dei consumatori. “Oggi gli utenti finali escono meno rispetto a una volta e si sta diffondendo il consumo tra le mura domestiche – rileva Paolo Ziliani, consigliere delegato commerciale e marketing di Berlucchi –. Le persone tendono a concedersi qualche momento di soddisfazione tendenzialmente tre o quattro volte all’anno, durante le festività o in momenti particolari”. Questo ha fatto sì che cambiasse anche l’atteggiamento del trade. “Se prima si prestava molta attenzione agli acquisiti – prosegue poi Ziliani –, oggi esiste una giusta cautela a non lasciare in magazzino merce invenduta, soprattutto in un comparto che punta alla qualità come quello degli spumanti”. Dietro l’angolo c’è comunque il rischio di proporre bottiglie di pregio “sottocosto” al fine di attirare i consumatori, “ma ormai anche la gdo deve stare attenta a fare ricavi contenendo i costi”, conclude Ziliani.

Champagne tra luci e ombre
Nonostante i dati aggregati relativi alla gdo rilevino una sostanziale diminuzione delle vendite di champagne, i piccoli produttori – che generalmente hanno in portafoglio prodotti di nicchia, i quali risentono in misura minore della situazione economica negativa – non sono affatto scontenti. “Nel 2010 il mercato in Italia è cresciuto del 5,3% pari a circa 1,2 milioni di bottiglie e il trend si sta confermando anche nei primi mesi del 2011”, afferma Antonello Calandri, responsabile Commerciale Italia Pol Roger, un’analisi che trova concorde anche altri produttori. “In questo primo periodo del 2011, abbiamo registrato una crescita tra l’8 e il 10% – riferisce Giuseppe Mongiardino, presidente della Moon Import che commercializza Philipponnat – e l’Italia va addirittura un po’ meglio rispetto ad altri Paesi europei”. Nel suo complesso, comunque, il comparto delle bollicine francesi risulta essere molto concentrato, soprattutto nel canale moderno, dove le tre case principali (Moët Hennessy, Pernod Ricard e Pommery) hanno una quota pari all’89% del mercato e le private label sono praticamente inesistenti (0,70%).

Novità “celebrative”
Il comparto, com’è logico attendersi, non presenta particolari novità di prodotto. Se da una parte Valdo sta lavorando su un articolo per il dettaglio che sarà presentato ai clienti la prossima estate, Berlucchi porterà in gdo il “Cuvée Imperiale Vintage” del 2004, ma solo nelle catene che garantiranno il giusto posizionamento di prezzo. Contestualmente, la casa bresciana celebrerà il 50enario di un territorio, quello della Franciacorta, la cui produzione vitivinicola ufficiale è partita nel 1961. Dal canto suo, Gancia ha deciso di aderire a un progetto celebrativo di Coop e all’organizzazione, dalla primavera all’autunno del 2011, di alcuni eventi e promozioni. In particolare, in virtù della primogenitura a opera di Carlo Gancia nel 1865 del metodo classico italiano, è iniziata la commercializzazione, in esclusiva con Coop e nelle migliori enoteche, di due referenze storiche, il Metodo Classico e l’Asti Millesimato, prodotte in edizione limitata. Donelli, infine, presenta due novità per il canale Ho.re.ca.: “Prosecco Spumante Doc” e “Rosé Spumante Brut Scaglietti”, quest’ultimo contenuto in una bottiglia realizzata dal designer modenese Sergio Scaglietti.