Nel corso del tempo, l'azienda familiare, creata da Alfons Loacker a Bolzano nel 1925, si è evoluta, da piccola pasticceria regionale a marchio conosciuto in tutto il mondo, con prodotti diffusi in più di 100 Paesi nei vari continenti.
Tutto viene realizzato e confezionato nel cuore delle Dolomiti, secondo i più severi standard qualitativi. Oltre ai due stabilimenti produttivi di Auna di Sotto (Bz) e di Heinfels, nel vicino Tirolo dell’Est, Loacker gestisce anche 7 Loacker store monomarca, disseminati fra Veneto, Trentino-Alto Adige, Emirati Arabi e Austria.
La sede produttiva di Heinfels, in particolare, ospita il flagship store visitato da oltre 2 milioni di persone, di cui più di 100.000 entrano nella specifica area del Mondo Bontà Loacker, con tanto di museo e pasticceria interattiva.
Il gruppo, presente con filiali di vendita dirette in Germania e negli Usa, a New York, dà lavoro a quasi 1.100 persone, con una produzione che, lo scorso anno, ha toccato, 957 milioni di unità, tra wafer, pasticceria, cioccolato, snack dolci e praline. Insomma, una multinazionale della bontà. A parlarcene è il
Managing director global marketing, Hans-Peter Dejakum.

Partiamo dalle vostre performance…

Abbiamo chiuso il 2019, con un fatturato di 355 milioni di euro, comprensivo del trading, e con un andamento a doppia cifra, del +14%, realizzato in oltre 118 nazioni del mondo. La quota di ricavi esteri è superiore al 70% e, già nel prossimo futuro, dovrebbe salire al 75 per cento.

Quali sono le nazioni straniere più interessanti?

Senza dubbio il Medio Oriente seguito dall’Oceania, che è oggi il nostro secondo mercato per crescita, visto che in 6 anni è passata da zero a 30 milioni di euro, seguiti dal continente asiatico e dall’America del Nord. L’Italia ha un peso del 30 per cento. Nel nostro Paese si aggiungono i prodotti trading, ossia le importazioni di marchi - come Twinings, il pane integrale Pema, gli snack salati e chips di Lorenz Snack World, le marmellate D’arbo ed il brand Ovomaltine - e il nostro brand che è, naturalmente, centrale nelle strategie.

I programmi per il nostro mercato?

Noi siamo leader storici nei wafer, con più del 50% di quota e dunque questo prodotto è, e rimarrà, la locomotiva. Ma, naturalmente, perché la locomotiva vada alla giusta velocità, ci vuole sempre innovazione e siamo dunque entrati in altri segmenti, come la pasticceria, per posizionarci oltre il mass market, nella fascia premium, recentemente declinata anche nei biscotti non farciti. Interessante anche il cioccolato, offerto in due gusti, di cui uno con cialda e ripieno. Insomma, in Italia stiamo consolidandoci, ma anche aprendoci a nuove occasioni di consumo e ad altri canali, come l’horeca e il vending, cercando di essere il più possibile capillari e diversificati, anche grazie ad assortimenti commerciali dedicati.

Altre novità?

Dal 1° gennaio di quest’anno produciamo e utilizziamo il nostro latte in polvere, prodotto nello stabilimento di Vandoies (Bz). Grazie a un accordo con l’azienda lattiero-caseari Brimi di Bressanone (Bz), abbiamo inaugurato, a fine novembre, un impianto per la produzione di latte in polvere e di siero di latte, il primo nel Triveneto. È una struttura di ben 10.000 mq per un investimento di 38 milioni di euro, stanziati da una joint-venture che vede Brimi al 24% e Loacker al 76%. La produzione sarà esclusivamente di latte alpino.

E a proposito di sostenibilità?

Il fatto di avere un nostro impianto di latte in prossimità dei nostri due stabilimenti è importantissimo in questo senso. Poi, visto che i nostri ingredienti base, oltre al latte, sono nocciole, vaniglia e cacao, utilizziamo al 100% nocciole italiane e abbiamo un nostro noccioleto, partito in Toscana, in provincia di Grosseto. Qui, come nelle altre nostre zone di presenza diretta, gli agricoltori adottano stretti principi di sostenibilità umana e ambientale, oltre che di alta qualità. Per il cacao partirà, dal 1° gennaio 2021, un piano di acquisto da aziende e piantagioni in loco, cioè in Equador e Costa d’Avorio, garantendo così tutto il controllo della filiera. Aggiungo che, siccome operiamo già da tanto tempo in Madagascar e La Réunion, isola e dipartimento francese nell’Oceano indiano, abbiamo trovato accordi esclusivi e diretti con i coltivatori locali di vaniglia. Il tutto è scritto nel nostro rapporto di sostenibilità (www.loacker.com/it/it/che-bonta/sostenibilita/), dove sono documentate, fin dal 2015, tante altre azioni: tutela dei diritti umani, risparmio energetico, sviluppo di tecnologie compatibili con l’ambiente, creazione di packaging a basso impatto e tanto altro.

Comunicazione: quanto conta?

Conta molto, al punto che il nostro jingle è ormai nelle orecchie di tutti. Anche ora (fine inverno) e in autunno siamo, e saremo, in campagna sia con mezzi classici, sia digitali e anche sui punti di vendita. per stimolare il dialogo con il consumatore. Il contenuto forte, la vera piattaforma concettuale, è la bontà, sia del prodotto, sia dei processi, umani e ambientali, attraverso i quali tale bontà viene ottenuta e garantita. E a proposito di nuovi canali voglio aggiungere che, da novembre, è operativo il nostro shop.loacker.comshop.loacker.com, che mostra oltre 100 prodotti, da quelli più noti a quelli più speciali, dando così una vasta offerta al consumatore.